Franco Colombo |
Cenere
vulcanica: una rischio per l'aviazione! Cap.
G.A.r.s. Geof. Franco COLOMBO Capo Sez. Meteo 41° Stormo – Sigonella (CT) Introduzione Negli
ultimi 20 anni, più di venti incidenti aerei gravi, direttamente connessi ad
attività vulcanica, hanno interessato voli a lunga distanza. La maggior parte
di essi sono stati causati dall’ingestione
di aria contaminata da cenere vulcanica all'interno delle turbine del motore. Il
problema delle ceneri vulcaniche, molto spesso sottovalutato, si è ripresentato
in Italia, allorchè l’Etna nel corso del 1999 ma soprattutto del 2000, ha
prodotto una lunga serie di eruzioni vulcaniche accompagnate da attività
esplosiva con immissioni in atmosfera di enormi quantità di ceneri e prodotti
piroclastici. Durante una di queste manifestazioni esplosive, un Airbus della
compagnia aerea Air Europe decollato da Catania per Milano, ha subito un
incidente di lieve entità, che lo ha comunque costretto a rientrare a Catania,
dopo aver scaricato in mare tutto il carburante imbarcato poche ore prima. Definizione di cenere vulcanica Il
termine "cenere vulcanica" si riferisce a piccole particelle di roccia
polverizzata espulsa nell'atmosfera durante un'eruzione vulcanica. Nel caso di
eruzioni ad alta esplosività, la cenere, viene proiettata con velocità
iniziali (misurate sull’Etna da Dubosclard - Coltelli e altri -1999) intorno
agli 80 – 90 m/s a decine di chilometri di altezza. Le particelle di
dimensioni più piccole, che vanno da 1 a 15 micron, possono permanere
nell'atmosfera per diversi giorni e trasportate dai venti troposferici o
stratosferici, percorrono notevoli distanze (Fig.1).
La cenere vulcanica è composta da silicati, soprattutto di alluminio e
magnesio. Queste, una volta ingerite, fondono nella camera di combustione dei
moderni motori jet, le cui temperature di esercizio si aggirano intorno a
1400 gradi C. Solidificano quindi sulle palette e sulle parti in
movimento delle turbine (Fig.2) riducendo
le prestazioni del motore fino a provocarne il blocco totale. Essendo inoltre
molto dura ed estremamente abrasiva, la cenere erode la struttura del velivolo,
le superfici di volo e le parti del motore (Fig 3 e 4).
Provoca l'abrasione dei vetri della cabina di pilotaggio
fino a ridurre o azzerare la visibilità a lungo raggio del pilota, e può
causare l’intasamento degli strumenti di misura della velocità ed altitudine
fino a renderli inefficaci. Infine, a causa delle dimensioni estremamente
ridotte, la cenere vulcanica non viene fermata dai normali sistemi di
filtraggio, e può notevolmente contaminare il sistema di condizionamento, così
come quello elettrico e le unità avioniche, rendendo difficoltoso il controllo
dell'aereo. In ultimo, la cenere vulcanica è spesso accompagnata da un aerosol
molto corrosivo di acido solforico (H2SO4)
proveniente dall'ossidazione ed idratazione dell'anidride solforosa (SO2)
rilasciato durante l'eruzione. Nel
più grave incidente aereo causato da ingestione di ceneri vulcaniche, si
verificò il blocco di tutti e quattro i motori del velivolo. Fortunatamente il
pilota fu in grado di riavviarne due appena lasciata l'area contaminata , dopo
una perdita di quota di circa 8.000 ft, e portò a terra l’aereo senza
ulteriori inconvenienti. Il danno arrecato al velivolo coinvolto in questo
incidente, ammontò comunque a 80
milioni di dollari e si dovettero sostituire tutti e quattro i motori. Danni causati ai velivoliAllo
scopo di definire i rischi associati all’attraversamento di una nube di cenere
vulcanica, è importante valutare i danni che la cenere provoca all’aeroplano.
Diversi livelli di danno si possono verificare ad un aereo a seconda del variare
di alcuni parametri come la densità e le dimensioni delle particelle, la
composizione della nube e la temperatura di fusione dei differenti costituenti.
Inoltre è molto importante sia il tipo di aereo che la strumentazione di bordo. Gunn
e Wade hanno condotto diversi esperimenti allo scopo di determinare gli effetti
prodotti su un aeroplano durante
l’attraversamento di una nube di ceneri vulcaniche. Essi
hanno concluso che: -
La presenza di fuochi di Sant’Elmo (1) sulla superficie del velivolo è
indicativa della presenza di polveri nell’ambiente. -
Il modo in cui il motore si comporterà in un ambiente con polveri dipende dalla
concentrazione delle ceneri, dalla loro composizione, dalla temperatura di
esercizio del motore stesso, e dal sistema di controllo del motore. -
La temperatura della sezione di ingresso della turbina, sufficiente a
causare il deposito di materiali sulle sezioni calde del motore, è di circa
1100°C . Molti motori di vecchia generazione operanti a temperature più basse
non riportavano depositi sulle sezioni calde, ma solo danni legati alla
corrosione del compressore. I nuovi motori, viceversa, riportano danni sia da
accumulo che da corrosione, a meno che non venga ridotta la potenza per
abbassare la temperatura della turbina Se
l’attraversamento di una nube di cenere vulcanica non può essere evitato,
l’equipaggio deve ridurre la potenza del motore, uscite dalla nube e tenere
sotto controllo i parametri motore. La combinazione di questi parametri aiuterà
a determinare il grado di danno subito dal motore. Operazioni
prolungate in ambienti saturi di polvere possono causare danni permanenti al
motore fino al suo arresto. In tal caso, il riavvio sarà possibile a condizione
che gli iniettori del carburante non si siano intasati (Fig.5). (1) I fuochi di Sant’Elmo sono delle scariche elettrostatiche causate dallo strofinio delle particelle di polvere sulla superficie metallica dell’aereo La tragedia sfiorata
Il
vulcano Redoubt vicino ad Anchorage in Alaska, inizia la fase eruttiva il 14
dicembre 1989. Il giorno seguente un aeromobile 747-400 della compagnia olandese
KLM equipaggiato con motori GE CF6-80C2, alla quota di 25.000 ft ha un avaria
con arresto di tutti e quattro i motori causata da ingestione di cenere
vulcanica. La figura 6 mostra la rotta seguita dall’aereo durante
l’incidente. Durante
la discesa a 25.000 ft l'aeroplano entra in un sottile strato di nubi, quando
improvvisamente all'esterno diventa tutto scuro. L'equipaggio afferma di aver visto una notevole attività
elettrostatica davanti al parabrezza (fuochi di Sant’Elmo). Contemporaneamente
una polvere marrone dall'odore sulfureo entra dal cockpit.
Il Comandante inizia una cabrata nel tentativo di ritornare fuori dalla
nube. Un minuto dopo con assetto cabrato e massima potenza, tutti i quattro
motori si bloccano. Inoltre a causa della polvere dal cockpit l'equipaggio
decide d'indossare la maschera d'ossigeno. Inizialmente
la velocità dell'aeromobile diminuisce in maniera normale e successivamente in
maniera rapida. Tutte
le indicazioni di velocità vengono perse a causa dell'intasamento del Pitot
causato della cenere vulcanica e l'indicatore di stallo inizia a lampeggiare sul
cockpit. Il pilota reagisce a quest'ultima indicazione, con una picchiata allo
scopo di evitare lo stallo, ed inizia una virata a sinistra nel tentativo
ulteriore di uscire dalla nube vulcanica. Con
i motori spenti viene perso anche il generatore e di conseguenza tutti gli
stumenti ad eccezione di quelli alimentati da batterie. Nonostante
la mancanza dei motori, la pressione in cabina rimane entro i limiti per cui ai
passeggeri non viene richiesto di indossare le maschere. Tale scelta è stata
fatta dall'equipaggio anche in considerazione di una possibile contaminazione
dell'impianto di ossigeno passeggeri. L'emergenza
è stata dichiarata ad una quota approssimativa di 17.000 ft. L'equipaggio dopo
otto tentativi di riaccensione dei motori, riesce ad avviare i motori 1 e 2 e si
porta ad una quota livellata di 13.000 ft . Dopo diversi altri tentativi riesce
ad avviare i motori 3 e 4. Passando
al traverso di Anchorage at 11,000 ft, l'aeroplano viene vettorato sul sentiero
di discesa per pista 06 e scende a 2000 ft. Durante tutta la fase di
avvicinamento, il comandante mantiene sempre con difficoltà il contatto visivo
con la pista, a causa del parabrezza completamente opacizzato dall'abrasione
esercitata dalle particelle di polvere. L'aereo
atterra senza ulteriori inconvenienti. La
riparazione dell’aereo richiese circa 80 milioni di dollari e la sostituzione
di tutti e quattro i motori. Tecniche e stumenti di rilevamento di nubi di ceneri vulcaniche
Per
individuare le nubi di ceneri vulcaniche, si ricorre all’uso dei satelliti
meteorologici (Fig.7). Essi
permettono di discriminare le nubi vulcaniche dalle normali nubi di vapore,
mediamte l’utilizzo di procedimenti grafici e di tecnologie ad immagini
multispettrali ( immagini da satellite prese a diverse lunghezze d’onda). I
satelliti polari NOAA permettono di ottenere attraverso diversi sensori,
immagini su 5 diversa lunghezze d’onda. Il procedimento grafico di sottrazione
delle immagini ottenute sui canali 5 e 4, consente di valutare sia la presenza
che l’estensione della nube di cenere vulcanica, ma è condizionato dal
passaggio sulla zona di interesse dei satelliti polari, che avviene mediamente
ogni ora. La messa in orbita della nuova generazione di Meteosat, porterà un
notevole miglioramento in quanto l’acquisizione delle immagini
su ben 9 canali spettrali, avverrà ogni 15 minuti.
Per
quanto riguarda invece la previsione dello spostamento e della dispersione della
nube (variazione di concentrazione) si utilizzano dei modelli matematici. Ruolo
del Vulcanic Ash Advisory Center Le
nubi di cenere vulcanica, come abbiamo visto, possono rappresentare un grave
pericolo per l'aviazione causando problemi molto seri come il deterioramento del
velivolo o il blocco dei motori. Inoltre, gli attuali radar meteo che
equipaggiano i moderni aerei non sono in grado di rilevare, se non molto
raramente, nubi di cenere vulcanica. Ciò significa che l'individuazione di
queste particolari nubi deve essere tempestivamente comunicata ai piloti in volo
usando speciali messaggi di sicurezza regolarmente aggiornati. I messaggi di
allerta (SIGMET di cenere vulcanica) sono emessi da un ufficio di veglia
meteorologica per la propria area di responsabilità. Questo
servizio di veglia internazionale comporta uno stretto coordinamento tra comunità
vulcanologiche, meteorologiche e di aviazione e le loro reti di comunicazione. A
livello mondiale sono stati istituiti 9 Centri di informazione sulle ceneri
vulcaniche (Fig.8).Essi
sono :
sede
area di responsabilità
Il
compito principale di un VAAC, ciascuno nell’ area di propria responsabilità,
è quello di localizzare e prevedere lo spostamento delle nubi di cenere
vulcanica che possono rappresentare un potenziale rischio per la navigazione
aerea. Inoltre essi provvedono a informare gli aeromobili in volo o che
pianificano di volare in zone a rischio. Le fonti di informazione sono
costituite dagli osservatori vulcanici, da riporti di volo, da immagini da
satellite e da modelli numerici di traiettorie di nubi vulcaniche basati sui
venti ai vari livelli di volo. Per l’Etna il compito di effettuare
l’osservazione della nube di cenere vulcanica, è stato delegato
all’Aeronautica Militare che si avvale della stazione meteorologica di
Catania-Sigonella. Il problema Etna - la presenza di 2 aeroporti importanti – Sigonella e Fontanarossa - ad elevato volume di traffico; -
la presenza di 2 aerovie – la A353 e la G35 - a poche decine di km dal
cratere centrale. Allo stato attuale i maggiori problemi sono
rappresentati da: -
elevata distanza tra la stazione di osservazione (Sigonella) e il
cratere (40Km circa) che implica delle difficoltà legate soprattutto alla
scarsa definizione del fenomeno in condizioni notturne o di bassa visibilità; -
mancanza di procedure alternate di avvicinamento/uscita dal CTR, da
applicare quando la copertura del cielo renda l’osservazione impossibile. Per quanto detto, tutto il personale impegnato
nell’osservazione di ceneri vulcaniche, deve porre particolare cura nella
diffusionetempestiva delle informazioni agli enti del traffico aereo che
provvederanno a comunicarle ai piloti ed equipaggi di volo. Raccomandazioni
da adottare in caso di attraversamento di nubi di cenere Probabilmente
il modo migliore per evitare i pericoli connessi all’attraversamento di una
nube di ceneri vulcaniche, è non volarci dentro. Tuttavia è possibile trovarsi
dentro una nube di ceneri vulcaniche senza rendersene conto. Questo può
succedere specialmente di notte, o quando il cielo è completamente coperto da
nubi di vapore. Alcuni
segnali inequivocabili, permettono di comprendere di essere all’interno di una
nube di cenere vulcanica, anche in condizioni di scarsa visibilità (Campbell,
Ernest E. ,1994): -
presenza
di forti scariche elettrostatiche (fuochi di Sant’Elmo) intorno al parabrezza
e ai motori; -
infiltrazioni
di polvere vulcanica in cabina; -
diffusione
di un odore acre simile a quello elettrico accompagnato da quello di uova marcia
tipico dei solfuri; -
malfunzionamento
anche multiplo dei motori con possibilità di arresto; -
diminuzione
dell’indicazione della velocità; -
diminuzione
o perdita di pressione in cabina; Una
serie di azioni consentono di ridurre al minimo i danni provocati dalle ceneri
vulcaniche.
Cosa fare in caso di emergenza (Campbell 1994)
· Ridurre
immediatamente la potenza su idle. La cenere può provocare una rapida erosione
e danneggiare le componenti interne dei motori. · Autopilota
off (se ingaggiato) per prevenire eventuali incrementi di potenza. · Uscire
dalla nube vulcanica il più presto possibile. La nube potrebbe estendersi per
alcune centinaia di miglia. La distanza / il tempo minore per uscire dalla nube,
potrebbe richiedere anche un inversione di rotta a 180°. Tentare di risalire ad
una quota superiore al livello della nube non è raccomandabile, in quanto
l’incremento di potenza potrebbe provocare maggiori danni o addiritura lo
spegnimento del motore. ·
Sistema anti ghiaccio del motore e delle ali ON. ·
APU(Auxiliary Power Unit) se disponibile ON . L’APU
può essere usata per alimentare gli apparati elettrici in caso di perdita di
potenza di uno o più motori. · Maschera
di ossigeno indossata e al 100%, se necessario. ·
Ignition on. Per i sistema con avviamento automatico,
interrutori su ON. · Monitorizzare
la temperatura motore. Se necessario spegnere e riaccendere i motori per tenere
i valori entro i limiti. · Chiudere
le valvole di flusso esterno. · Lasciare
l’elettropompa carburante su ON e aprire le valvole di interconnessione . · Non
utilizzare il sistema di riscaldamento carburante. · Riavviare
i motori. In caso di mancato avvio, riprovare immediatamente. La riaccensione
del motore potrebbe risultare impossibile fino a quando la velocità e la quota
non raggiungono i valori previsti per l’accensione. Atterrare presso l’aeroporto più vicino appena
possibile . Conclusioni Le ceneri vulcaniche rappresentano un rischio per gli
aeromobili, in quanto esse provocano danni di natura meccanica (abrasione),
fisica (fusione e solidificazione) e chimica (corrosione) sulle diverse parti
del velivolo con cui vengono a contatto. Gli attuali radar meteorologici
presenti a bordo dei moderni aerei, non sono in grado di identificare tali
fenomeni. Risulta evidente quindi, come la tempestiva informazione sul
verificarsi di tali fenomeni sia
l’unico strumento di efficace e reale prevenzione. In Italia, la scarsa
conoscenza del fenomeno e la presenza di attività vulcanica pressochè
inesistente, se si esclude l’ultimo anno di attività dell’Etna, ha
abbassato la soglia di attenzione al punto da considerare il rischio marginale
se non addirittura nullo. E’ indicativo a tal proposito l’incidente
all’A320 avvenuto in circostanze in cui il pilota aveva la nube di cenere
completamente in vista. Cosa sarebbe successo se la copertura nuvolosa avesse
mascherato completamente il fenomeno? Mantenere elevato il livello di attenzione sulle ceneri
vulcaniche, non esclude completamente il rischio di incidente,
ma riduce drasticamente la possibilità che esso si verifichi. |
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