La
circolazione generale dell'Atmosfera
1.
Il sole motore principale dell’atmosfera a
scala globale
L'origine
della circolazione atmosferica viene fatta risalire alla non uniforme
distribuzione dell'energia solare in seno al sistema terra-atmosfera.
Tale sistema riceve le radiazioni solari, riflettendone e diffondendone
una parte e assorbendone l'altra. Alla sommità dell'atmosfera giungono
in media 2 cal/cm2 min delle quali circa il 60% viene
assorbito e il rimanente 40 % riflesso e diffuso verso l'alto. L'energia
assorbita non si distribuisce in modo uniforme in seno al sistema
terra-atmosfera essenzialmente per due motivi, la forma geometrica della
terra e l'inclinazione del suo asse di rotazione rispetto alla
perpendicolare al piano dell'orbita intorno al sole.
La forma geometrica della terra implica che l'angolo di incidenza
della radiazione solare, ovvero l' angolo tra raggi del sole e la
perpendicolare alla terra nel punto di incidenza, vari con la latitudine
e precisamente decresca dai poli verso l'equatore. A causa di ciò la
stessa quantità di energia si distribuisce su aree sempre più grandi,
man mano che ci si sposta dall'equatore verso i poli, con il risultato
che il riscaldamento risulta piu intenso alle basse latitudini anzichè
alle alte. L'inclinazione dell'asse di rotazione della terra rispetto
alla perpendicolare al piano dell'eclittica, che è di circa 23,5°, fa
sì che in uno stesso punto del pianeta l'altezza del sole
sull'orizzonte vari nel corso dell'anno. Dunque il sole, nel suo moto
apparente annuale, compie un'oscillazione completa intorno all'equatore
fra il tropico del Cancro e il tropico del Capricorno, per cui sulle
località della fascia intertropicale i suoi raggi sono quasi sempre
perpendicolari alla superficie terrestre, mentre alle latitudini
superiori la loro inclinazione diviene sempre più marcata. Ne consegue
che il sistema terra atmosfera riceve molta più energia alle latitudini
inferiori che a quelle superiori.
Il
sistema a sua volta, come si è visto, riemette energia per
irraggiamento e la differenza fra quella ricevuta e quella riemessa
costituisce il bilancio radiativo globale. Si è dimostrato che tale
bilancio è largamente positivo, ovvero si ha guadagno di calore, alle
basse latitudini e notevolmente negativo, ovvero si ha perdita di
calore, alle alte latitudini. Nella figura 1 è riportata la
distribuzione dell'energia solare ricevuta dalla terra secondo Hufty .
Fig.1 Distribuzione dell'energia solare
ricevuta dalla superficie terrestre, nell'emisfero boreale,
secondo Hufty. |
L'aria,
dunque, si dovrebbe scaldare sempre di più alle latitudini
intertropicali e raffreddare sempre di più a quelle polari. Ciò in
effetti non accade proprio perchè la circolazione generale dell'
atmosfera interviene in modo da assicurare un trasporto di calore lungo
i meridiani dall'equatore verso i poli, rimuovendo le eccedenze di
energia dalle zone intertropicali e compensando le perdite di energia in
quelle polari.
2.
Le leggi fisiche che intervengono nella circolazione generale
dell’atmosfera
L’esperienza
mostra che l'aria, a scala globale, presenta movimenti caratteristici di
cui conviene tener conto. Alle latitudini extratropicali le correnti
atmosferiche fluiscono mediamente da ovest verso est con una velocità
maggiore di quella alla quale la terra ruota intorno al proprio asse e
sono concentrate a due latitudini particolari: intorno al 60° e al 30°
parallelo, rispettivamente alle quote di 8-10 e di 12-14 km. Alle
latitudini intertropicali, invece, la circolazione, come risulta
evidente osservando i venti nei bassi strati, è mediamente orientale,
ovvero si svolge in senso contrario alla rotazione della terra,
nonostante l'attrito esercitato dalla superficie di questa.
Da
quanto sopra risulta che l'aria acquista momento della quantità di moto
rispetto alla terra nelle zone temperate e ne perde in quelle
equatoriali. Devono di conseguenza esistere meccanismi atti ad
assicurare il trasporto di momento della quantita di moto dalle basse
latitudini verso quelle intermedie.Alle latitudini equatoriali, per il
forte riscaldamento, vi sono continui movimenti ascendenti dovuti
all'azione della convezione. Ciò causa un ulteriore aumento di calore
nelle zone intertropicali per via delle grandi quantità di calore che
si liberano nella condensazione del vapor d'acqua. Nelle regioni polari,
al contrario, a causa del forte raffreddamento, l'aria tende ad avere
moti discendenti. Se la terra fosse omogenea e non ruotante, si
determinerebbe lungo i meridiani una circolazione come quella indicata
nella figura 2.
Fig. 2 Circolazione ipotetica, che si
instaurerebbe nel caso che la Terra fosse omogeneo e non
ruotasse |
L'aria
presenterebbe moti ascendenti all'equatore e discendenti ai poli; si
determinerebbero correnti dirette verso i poli in quota e verso
l'equatore nei bassi strati. Dato che la terra ruota, è necessario
tener conto di due leggi della dinamica, che spiegano la circolazione
dell' atmosfera a livello globale, così come si osserva in natura: la
legge di Coriolis e quella della conservazione del momento assoluto
della quantità di moto. In base alla prima legge una particella d'aria
che viaggi dall'equatore verso il polo subisce una deviazione verso
destra nell'emisfero settentrionale e verso sinistra in quello
meridionale, deviazione che va crescendo con la latitudine. Ovvero in
entrambi gli emisferi le correnti che si dirigono verso i poli tendono a
divenire occidentali. In base alla seconda legge il momento assoluto
della quantità di moto occidentale di una particella di massa unitaria,
avente componente della velocità lungo i paralleli u e distanza
dall'asse di rotazione terrestre rp è:
M=
rp (u + W
rp) = costante
ove
W
= cost è la velocità di rotazione della terra.
Il
flusso dell'aria che negli strati superiori dall'equatore si dirige
verso i poli subisce dunque per la prima legge una deviazione verso
oriente, in entrambi gli emisferi, che diventa pressochè totale intorno
alla latitudine di 30 gradi; per la seconda legge, poichè, all'
aumentare della latitudine rp diminuisce e
M
è costante, u deve aumentare; quindi al crescere della
latitudine aumenterà l'intensità del vento occidentale. In questo modo
si determinano negli alti strati, nei pressi del trentesimo parallelo
nord e del trentesimo parallelo sud, massimi del vento da ovest , ovvero
quei poderosi flussi d' aria che vengono chiamati correnti a getto
subtropicali.
Al
semplice modello ad una cellula di figura 2, per il quale si era
supposta la terra omogenea e non ruotante, si deve sostituire un modello
più complesso che tuttavia è sicuramente ancora ben lontano dal
rappresentare soddisfacentemente quello che avviene in realtà (figura 3).
Fig. 3 Circolazione generale dell'atmosfera a
tre cellule: di Hadley (H), di Ferrel (F) e Polare (P). Sono
segnalate le posizioni del getto subtropicale (GTS) e di quello
polare (GP), della tropopausa tropicale (TT), intermedia (TI) e
polare (TP), degli anticicloni subtropicali (As) e di quelli
termici polari (At), delle alte e basse mobile delle medie
latitudini (Am e Bm), degli alisei (AL) e della zona di
convergenza intertropicale (ZCIT) |
La
cellula più vicina all'equatore, detta di Hadley , rappresenta
schematicamente la circolazione a grande scala alle basse latitudini. La
persistenza dei getti subtropicali nei due emisferi costituisce una
sorta di ostacolo all'estensione dei flussi d'aria in quota provenienti
dall'equatore, detti contralisei, verso le zone temperate; quindi,
intorno a 30 gradi di latitudine nord e sud si generano correnti
discendenti. La persistenza di tali correnti determina subsidenza che
favorisce la formazione di anticicloni detti, per la zona in cui si
generano, subtropicali. In questi l'aria diverge e la parte che si
dirige verso l'equatore, per la legge di Coriolis, devia verso
occidente, dando luogo agli alisei.L' aliseo dell' emisfero nord,
proveniente da nord-est e quello dell'emisfero sud, proveniente da
sud-est, si incontrano lungo la "linea di convergenza
intertropicale" ZCIT .
Da
quanto sopra esposto risulta che le cellule di Hadley rappresentano la
schematizzazione dell'aria a grande scala nelle zone intertropicali e
permettono il trasporto di calore dalle regioni equatoriali verso le
latitudini subtropicali. L'esistenza di correnti occidentali alle medie
latitudini comporta che ci siano meccanismi atti a propagare
ulteriormente momento della quantità di moto occidentale dai tropici
verso le zone temperate. Ciò avviene mediante due processi, uno legato
alla circolazione media, l'altro a quella istantanea. Nel primo caso è
la velocissima corrente a getto subtropicale che, funzionando come una
specie di volano, trasmette quantità di moto occidentale all'aria delle
medie latitudini. Nel secondo caso sono le configurazioni ad onda in
quota proprie delle medie latitudini che, in una determinata fase del
loro ciclo vitale assumono, con riferimento all'emisfero settentrionale,
un orientamento da nord-est verso sud-ovest, facendo sì che l'aria
proveniente dalle regioni settentrionali abbia solo una piccola
componente da ovest, mentre quella proveniente dalle regioni meridionali
una grande componente da ovest. Si determina quindi un trasporto verso
sud di una piccola quantità di moto occidentale e un trasporto verso
nord di una grande quantità di moto occidentale, tanto che
quest'ultima, risultando prevalente, fa sì che, alla fine del ciclo
ondulatorio, si ricostituiscano alle latitudini superiori delle zone
temperate i preesistenti forti flussi occidentali che costituiscono la
corrente a getto polare (figura 4). Nelle configurazioni di flusso,
infatti, si alternano stadi di indice alto, in cui le correnti a getto
sono zonali, ovvero seguono quasi i paralleli (figura 5a) e stadi di
indice basso,in cui le correnti diventano meridiane e prevalgono
saccature e promontori di grande estensione, che permettono il trasporto
verso nord di momento occidentale ( figura 5 b c).
Fig. 4 Le onde in quota alle medie latitudini,
in una certa fase del loro ciclo vitale, determinano un grande
trasporto di quantità di moto occidentale verso nord. La figura
si riferisce all'emisfero settentrionale |
Fig. 5 Fasi del ciclo ondulatorio delle
configurazioni di flusso in quota alle medie latitudini. |
Alla
fine si determinano configurazioni chiuse di bassa e alta pressione alle
latitudini inferiori e si ricostituisce la corrente a getto zonale a
quelle superiori ( figura 5 d).
Le
saccature e i promontori in quota, associati rispettivamente ai cicloni
e agli anticicloni mobili al suolo, costituiscono una sorta di
macroturbolenza, che opera il trasporto meridiano del momento della
quantità di moto. Il
trasporto di energia attraverso le medie latitudini, attuato dalle
saccature e dai promontori in quota, dalle correnti a getto polari, dai
cicloni e dagli anticicloni al suolo, dai fronti, tutti sistemi tra loro
intimamente connessi, è assai complesso. Infatti sono coinvolte molte
forme di energia, che possono anche trasformarsi l'una nell'altra:
energia cinetica, energia potenziale di gravità, energia interna,
calore latente, il tutto complicato
dagli scambi con la superficie degli oceani, delle terre emerse, delle
distese di ghiaccio ecc..
Per
completare la descrizione delle cellule di circolazione evidenziate
nella figura 3, si ponga l'attenzione su quella a nord del 60°
parallelo. L'esistenza di cellule di questo genere non è sicura.
Tuttavia l'osservazione mostra che sulle calotte polari in media
prevalgono anticicloni termici. L aria fredda che diverge da tali
anticicloni, dirigendosi verso le latitudini inferiori, devia verso
ovest per Coriolis e va a convergere con quella calda delle medie
latitudini, che mediamente è trasportata da correnti occidentali. Si
determinano in questo modo condizioni di forte gradiente termico e di
intensa baroclinicità, caratteristici dei sistemi frontali, sui quali
si sviluppano i cicloni extratropicali. Gli scambi d'aria lungo i
meridiani alle medie latitudini possono schematizzarsi con le cellule di
Ferrel solamente
dal punto di vista delle medie. Le cellule di Ferrel vengono dette a
circolazione indiretta perchè nella parte meridionale, dove l'aria è
piu calda, darebbero luogo a moti subsidenti e in quella settentrionale,
ove l'aria e più fredda, a moti ascendenti. Palmen ideò
un modello che sembra descrivere in modo migliore ciò che accade in
realtà, in particolare per quel che riguarda la circolazione di masse
d' aria di diversa origine (figura 6).
Fig.6 Modello di circolazione a tre celle
dovuto a Palmen (1951) |
In
tale modello la parte discendente della cellula di Hadley si divide in
due rami: uno torna verso l'equatore a chiudere la circolazione della
cellula stessa, l'altro volge verso il polo, salendo in quota lungo la
superficie del fronte polare. Durante questa ascesa l'aria tropicale si
inserisce nelle correnti occidentali, proprie delle medie latitudini, e,
mescolandosi con esse, perde le sue caratteristiche originali. Il
flusso, poi, superato in quota il fronte polare, ridiscende, dividendosi
in due rami: uno, diretto verso il polo, subisce un rimescolamento
orizzontale con l'aria polare, l'altro, diretto verso l'equatore, va a
ricollegarsi alla cellula di Hadley intorno al 30° parallelo, nella
zona in cui, prevalendo la divergenza, non ci si attende una zona limite
ben marcata fra diverse masse d'aria. Il modello di circolazione a tre
celle della figura 3 può dunque essere sostituito da quello della
figura 7, nel quale risulta evidente come alle medie latitudini
predomini la circolazione legata ai sistemi frontali,mentre alle basse
latitudini quella associata alla cellula di Hadley. L' aria polare si
dirige verso le latitudini inferiori a ovest dei sistemi frontali,
mescolandosi con l'aria discendente dagli strati superiori dietro la
superficie frontale. Confluisce quindi, ormai trasformata, nella parte
inferiore della cella di Hadley, ovvero negli alisei. Aria
tropicale,proveniente dalla cellula di Hadley viene invece verso nord,
salendo in quota nei grandi
Fig. 7 Modello schematico di circolazione
generale dell'atmosfera dovuto a A. e F.Defant (1958) |
BIBLIOGRAFIA
BRUNETTI-CACCIOLA
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AFFRONTI - Atmosfera e Meteorologia – Sommario storico scientifico.
Dai miti del passato alle prospettive del futuro - S.T.E.M. Mucchi
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SUTTON- La nuova meteorologia - Edizioni Scientifiche e Tecniche
Mondadori ( 1963 ).