Franco Colombo |
L’analisi spettrale dei dati climatici Cap. Franco COLOMBOCapo Sezione Meteo
41° Stormo –
Sigonella
Abstract:
The complexity of climate variabilty on all time scales requires the use of
several refined tools to unravel its primary dynamics from observations. Indeed,
ideas from the theory of dynamical system have provided new ways of interpreting
the information contained in climatic time series. We
review the properties of several modern time series analysis methods and their
respective advantages and limitations, illustrated by numerical experiments on
syntetic time series, and on a real time serie (Catania Fontanarossa
temperatures recorded during 1951-1990). Introduzione:
La complessitŕ della variabilitŕ del clima a tutte le scale di tempo, richiede
l’uso di raffinati strumenti fisici e matematici, per rilevare la sua dinamica
principale, a partire dalle osservazioni dei dati. L’analisi delle serie temporali č stata uno degli
strumenti chiave nell’interpretazione della dinamica del clima, sin da quando
č iniziata la raccolta e la catalogazione dei vari parametri meteorologici. La
variabilitŕ del clima, si verifica a tutte le scale temporali, con cicli che
vanno dal diurno, all’annuale, al geologico, all’astronomico ecc.. ecc. Le analisi delle serie temporali, hanno mostrato come le variazioni climatiche appaiano estremamente irregolari nel dominio spazio-temporale. Quest’ultima caratteristica le rende di conseguenza difficili da prevedere, a meno che non vengano utilizzate tecniche matematiche particolari. L’analisi spettrale delle serie temporali, rappresenta un ponte tra la descrizione del fenomeno, desunto dalle osservazioni, e lo studio delle origini della dinamica del clima. Per lo studio di questi collegamenti si č fatto uso della teoria dei sistemi dinamici, attraverso cui č possibile comprendere il modo in cui le principali sorgenti delle variazioni climatiche intervengono per determinare la variabilitŕ del clima stesso. Nel presente articolo, verranno descritte diverse tecniche di analisi, e si valuteranno le differenze fra i risultati con esse ottenibili, applicandole sia a una serie temporale sintetica costruita in modo da simulare l’andamento temporale della radiazione solare incidente al top dell’atmosfera su una scala di tempi dell’ordine delle migliaia di anni, sia alla serie di temperature osservate nel periodo 1951-1990, presso la stazione meteorologica di Catania-Fontanarossa. Metodi di analisi spettrale
Sia
i processi deterministici che quelli stocastici possono, in linea di principio,
essere caratterizzati per mezzo di una funzione della frequenza (anziché del
tempo) chiamata spettro di potenza. Cosě, per esempio, un movimento molto
irregolare (es. il rumore), possiede uno spettro piatto, continuo e regolare, il
che indica che tutte le frequenze in una banda di frequenze molto larga, sono
eccitate da questo processo. D’altro canto, nel dominio della frequenza, un
processo puramente periodico o quasi periodico, puň essere generalmente caratterizzato da una singola linea
o un insieme costituito da poche linee, aventi un’ampiezza notevolmente
maggiore di tutte le linee spettrali successive. Fra questi due estremi, i
processi non lineari deterministici, possono avere dei picchi spettrali
sovrapposti ad un fondo continuo e regolare. Il
calcolo dello spettro di potenza di un processo casuale č essenzialmente un
problema inverso mal posto (Thomson, 1982).
Per esempio, il semplice calcolo della trasformata discreta di Fourier di
una serie temporale casuale (con
densitŕ spettrale continua), darŕ una stima spettrale la cui varianza č
uguale alla stima stessa. Di seguito vengono illustrati alcuni metodi
per ridurre questa varianza, che vengono utilizzati per l’analisi
spettrale di serie temporali climatiche. Il metodo Blackman e Tukey o Fast
Fourier
Il
metodo Blackman-Tukey č il classico metodo per effettuare analisi spettrali.
L'algoritmo calcola prima la autocorrelazione dei dati, quindi applica una
finestra, e infine esegue una trasformata di Fourier per calcolare lo spettro.
E' un metodo molto efficace, che sfortunatamente presenta caratteristiche spettrali spurie. Il
metodo Blackman-Tukey (Blackman e Tukey, 1958) dŕ una stima dello spettro di
potenza che riduce la varianza delle stime spettrali di una dato segnale reale X
ed attenua gli effetti di perdita dovuti alla finitezza della finestra in cui
sono campionati i dati (Chatfield, 1984). Il
punto di partenza di questo metodo č l’identitŕ Wiener-Khintchine, la quale
stabilisce che lo spettro di potenza
x=
č uguale alla trasformata di Fourier della funzione di auto-correlazione ŘX=
(Jenkins e Watts, 1968). Ne deriva
che lo spettro di potenza puň essere approssimato da una versione discretizzata di questa identitŕ,
mediante i primi M + 1 coefficienti di auto-correlazione.
[1] Questa
operazione, spesso chiamata periodogramma, smussa lo spettro e riduce la
varianza delle stime spettrali. In questa formula, la scelta di M č legata a un
compromesso fra la risoluzione in frequenza ( grandi valori di M) e la varianza
delle stime che č proporzionale a M/N, dove N č il numero di dati
sperimentali. Pertanto,
una accettabile regola generale
consiste nel prendere M piů piccolo di N/5 o N/10, per evitare risultati spuri
dovuti alle alte varianze delle stime. Inoltre,
una finestra o taper č applicata ai dati, in modo da ridurre la perdita spettrale, per mezzo dello smorzamento dei lobi laterali
della trasformata della funzione gradino. Tali
finestre vengono scelte empiricamente come funzioni coseno modificate o funzioni
cubiche ecc... (Chatfield, 1984). I
livelli di confidenza su un puro rumore rosso (con pendenza dello spettro
) si possono calcolare (Jenkins e Watts, 1968), ma la risoluzione spettrale č
generalmente scarsa se il numero di dati sperimentali č basso. Il metodo
della Massima Entropia
Il
metodo dell’Entropia Massima (MEM) č particolarmente potente per la stima
delle linee di frequenza in serie temporali auto-regressive. Sono disponibili dettagli esaurienti in Burg (1967), Childers
(1978) o Haykin (1983). In
breve, si inizia con una serie temporale stazionaria X di media zero, con M+1
coefficienti di auto-correlazione ŚŘX(k)Ť,
k = 0 ... M:X ŘX(k)=
[2] Lo
scopo č quello di determinare la densitŕ spettrale Px che corrisponde al
processo piů casuale o imprevedibile descritto dagli stessi coefficienti di
autocorrelazione. In termini di
teoria dell’informazione, questo costituisce la nozione di entropia massima:
ecco quindi l’origine del nome del metodo. L’imprevedibilitŕ č misurata
per un processo Gaussiano dalla entropia h: h =
[3] Il
funzionale [3] č massimizzato rispetto ai coefficienti di autocorrelazione ŘX
ottenuti dalla relazione di Wiener-Khintchin [1]. Questo problema di ottimizzazione viene risolto mediante M
multiplicatori di Lagrange {a k
}. Questi multiplicatori di Lagrange corrispondono ai coefficienti di una
serie cronologica auto-regressiva (AR): X(t) i cui coefficienti di autocorrelazione sono ŘX:
[4] dove
x č un rumore bianco residuo. Una stima della densitŕ spettrale di potenza
di Fourier Px di questo processo AR č data da
[5] dove
a0 č la varianza del rumore x
. Pertanto, la conoscenza dei
coefficienti {
ak }, k = 0 ... M
fornisce direttamente una stima dello spettro di potenza di X.
I coefficienti { ak } possono
essere calcolati risolvendo un sistema di equazioni lineari (Pestiaux, 1984;
Press et al., 1988), con una matrice di auto-correlazione simmetrica Teoplitz:
Una
tecnica alternativa consiste nel prendere la matrice di auto-covarianza per le M
coordinate selezionate (Martin, 1984). Questa
matrice č definita positiva ma non č di tipo Toeplitz. Questa
tecnica sembra essere meno sensibile alla fase del segnale ed introduce minori
distorsioni in frequenza (Martin, 1984; Benoist, 1986). Il
metodo di massima entropia č molto efficiente per la rilevazione delle linee di
frequenza per le serie cronologiche stazionarie. Se questa ipotesi non viene verificata, o se la serie
cronologica non č quasi auto-regressiva, si possono ottenere risultati
fuorvianti, che non č possibile rilevare se non analizzando le serie
cronologiche con altre tecniche. Inoltre,
si rileva che il comportamento della stima spettrale dipende molto dalla scelta
dell’ordine M di auto regressione: il numero di picchi nello spettro aumenta
con M a prescindere dal contenuto della serie temporale. Ciň significa che
risultati anomali possono apparire per elevati valori di M. Un limite superiore
per M č generalmente considerato N/2. Sono stati proposti criteri empirici per
la ottimizzazione del valore di M, basati sulla minimizzazione del residuo di
una regressione col metodo dei minimi quadrati fra l’approssimazione
autoregressiva dei dati e la serie temporale originaria. Il metodo Multitaper
Il
metodo Multitaper č relativamente nuovo. Esso offre diverse caratteristiche
interessanti: una alta risoluzione e varianza delle stime che sono
statisticamente indipendenti dalla potenza spettrale (oscillazioni piccole in
ampiezza possono avere un livello di significativitŕ alto). Alcune cautele sono
sempre necessarie: il livello di confidenza statistica valutato
per questo metodo, č spesso piů ottimistico rispetto a quello dato per
i metodi classici. Lo
scopo di questo metodo spettrale non parametrico (Thomson, 1982) č quello di
calcolare un insieme di stime indipendenti e significative dello spettro di
potenza, per ottenere una migliore e piů affidabile stima di quanto non sia
possibile con i metodi della singola finestra (Blackman-Tukey), in presenza di
una serie cronologica finita. Un insieme di finestre rastremate ottimali č
calcolato in modo che questa tecnica di stima spettrale sia meno euristica di
quelle tradizionali (per es. Blackman e Tukey). Il
metodo multi-taper (MTM) di Thomson (1982) č stato applicato a vari campi della
geofisica, compresa la scienza della Terra (Lindberg, 1986; Park et al., 1987),
la geofisica (Lanzerotti et al., 1986), la climatologia sulle scale temporali
interdecennali e secolari (Kuo et al., 1990; Ghil e Vautard, 1991; Mann et al.,
1995) e la paleoclimatologia, su dati relativi agli anelli di accrescimento
degli alberi (Thomson, 1990), dati ricavati da carote marine (Thomson, 1990;
Berger et al., 1991; Park e Maasch, 1993) e dati ricavati da carote di ghiaccio
(Yiou et al., 1991, 1994). Supponiamo
che {X(t)} sia una serie cronologica sinusoidale di frequenza angolare
, per esempio, X(t) =
per t = 0 ... N - 1. Allora sia {
w(t), t = 0 ... N - 1} una finestra di lunghezza N e che
{y(w)} sia la Trasformata di Fourier Discreta (DFT) del segnale
finestrato {X(t)w (t)}:
[7] dove
č la frequenza angolare, con k = 0, 1, …. N-1. Lo
scopo primario della finestra rastremata č di minimizzare le perdite spettrali,
ovvero di minimizzare il contributo energetico al di fuori di una determinata
larghezza di banda (
- W,
+ W)
del segnale finestrato con frequenza angolare
, dove ˝y(w)˝2 č una stima della potenza del segnale.
Pertanto, il segnale finestrato {X(t)w(t)} dovrebbe mantenere quanto piů
possibile della propria energia nell’intervallo (
- W,
+ W),
relativamente alla potenza totale che copre l’intera banda (-p,p).
Pertanto, si puň scegliere una finestra
{w(t)} tale da massimizzare il funzionale
[8] Nel massimizzare F
rispetto a {w(t)}
sorge un classico problema Rayleigh-Ritz, le cui soluzioni sono date da un
problema agli auto vettori con matrice Toeplitz (Thomson, 1982).
Le finestre ottenute da questi auto vettori sono chiamate successioni
sferoidali prolate discrete (Discrete Prolate Spheroidal Sequences DPSS) (Slepian,
1978). Per costruzione, esse sono
ortogonali; quindi gli spettri associati forniscono stime indipendenti dello
spettro reale. Se ordiniamo gli auto vettori mediante i loro corrispondenti
auto valori 1 > l1 > ... lN > 0, l’espressione 1 - lk dŕ la frazione dell’energia totale della k°
finestra al di fuori dell’intervallo (-
W,
+ W).
Č evidente che i primi K = [2N.W]
auto vettori (laddove [.]
significa parte intera) hanno le migliori proprietŕ spettrali, dato che le
relative frazioni di perdita 1 - lk, k = 1 ... K sono molto vicine ad
uno (Slepian, 1978). Pertanto, si
devono prendere al massimo K =
[2NW] finestre, per ottenere una stima spettrale efficiente.
Slepian (1978), Thomson (1990) e Rögnvaldsson (1993) forniscono
algoritmi efficienti per la computazione delle DPSS. Di seguito, indicheremo con {yk(w)}
la Trasformata Discreta di Fourier del segnale finestrato {X(t)wk(t)}. Una volta calcolate la finestre, si
puň stimare lo spettro di potenza totale, facendo la media dei singoli spettri
di ciascun segnale finestrato. Quindi,
se definiamo Šk(
) = ˝Yk(
)˝2 il k° auto spettro della serie temporale {X(t)}, la stima dello
spettro totale ottenuta dalle prime K finestre č: Š(
)=
Šk(
)
[9] La risoluzione
č quindi ±W, che significa che le linee spettrali saranno rilevate
mediante picchi o gobbe di larghezza 2W. Il vantaggio
di questa stima multi taper č che il processo di media su diverse stime
indipendenti Sk dello spettro reale,
attenuano le irregolaritŕ spurie e quindi riducono la varianza della stima.
La varianza puň essere ulteriormente ridotta e le barre di errore
possono essere calcolate applicando le cosidette procedure «jack-knifing» alle
K stime (Rögnvaldsson, 1993). Lo scopo dell’analisi armonica č
di determinare le linee spettrali di un segnale periodico o quasi periodico e le
relative ampiezze. La trasformata
di Fourier di un segnale periodico infinito fornisce una funzione del tipo
di Dirac alla frequenza del
segnale, cioč un picco di altezza infinita.
Una stima spettrale semplice (dal metodo di entropia massima, o dalla
trasformata di Fourier) fornisce informazioni indirette sull’ampiezza di un
segnale ad una data frequenza, attraverso l’area sotto il picco, che č
approssimativamente costante, anche se l’altezza del picco č proporzionale al
numero di punti nella serie temporale, e tende ad infinito al crescere di questo
numero. Quindi, lo scopo
dell’analisi armonica č di definire un modo per avere un accesso diretto
all’ampiezza di un’oscillazione periodica. Presumiamo ora che il segnale
{X(t)} sia la somma di una sinusoide con frequenza angolare
ed ampiezza µ, e di un rumore {x(t)}, che č la somma di altre sinusoide e di rumore bianco.
Si puň scrivere
Nel considerare le prime K
DPSS , noi chiameremo{ Uk(
)} la trasformata discreta di Fourier di {wk(t)}. Una regressione nel senso dei
minimi quadrati nel dominio delle frequenze, fornisce una stima
dell’ampiezza µ:
[11] dove l’asterisco indica
coniugazione complessa. Una misura di affidabilitŕ statistica puň essere
ottenuta mediante un test di Fisher. Questo
test č approssimativamente basato sul rapporto fra la varianza “spiegata”
dal modello [10], e la varianza residua. Se
si espande la varianza del modello, si trova che č la somma di due termini:
[12] e
[13] che rispettivamente sono il
contributo alla varianza “spiegato” e residuo. La variabile casuale
[14] segue una legge Fisher-Snedecor con
2 e 2K - 2 gradi di libertŕ se il segnale si comporta come
Gaussiano. Si puň
interpretarne il valore presumendo che µ = 0, cioč una serie “bianca”, e
provando a rigettare questa ipotesi con la piů bassa probabilitŕ di errore. Con questo metodo si possono
rilevare oscillazioni di piccola ampiezza in un serie cronologica relativamente
breve, con un alto grado di significativitŕ statistica, oppure scartare un
picco di grande ampiezza se fallisce al test F, perchč il valore F non dipende
in prima approssimazione dal valore di µ (
). Questo significa in pratica che questo test č robusto nel caso di rumore
bianco e dŕ ancora risultati ragionevolmente buoni con il rumore colorato, come
quello presente in molte serie temporali climatiche.
Mann e Lees (1996) hanno messo a punto test specifici per rumore rosso. Una delle assunzioni principali di
questa tecnica di analisi armonica č che il segnale deve fornire componenti
periodiche separate. In caso
contrario, uno spettro continuo (nel caso di rumore rosso o di un sistema
caotico) sarŕ spezzato in linee spurie con frequenze arbitrarie e possibilmente
con valori F alti. Questo č uno
degli inconvenienti del metodo, che puň essere parzialmente evitato se viene
calcolato uno spettro grezzo di potenza e rilevate evidenze di linee spettrali;
č molto importante anche variare il parametro larghezza di banda WN ed il numero di finestre, per assicurarsi della stabilitŕ
delle stime di frequenza e di ampiezza. WN = 4 viene generalmente presa come scelta WN
iniziale, che implica K Ł 7 finestre (Lindberg, 1986; Park et al., 1987).
Successivamente la larghezza di banda puň essere modificata in funzione
della lunghezza delle serie temporali, e delle frequenze che devono essere
investigate. Analisi spettrale su dati sperimentali Le serie temporali utilizzate per effettuare un
confronto sui risultati prodotti dai diversi metodi di analisi sono di due tipi.
Il primo consiste in una simulazione di una serie climatica che descrive la
variabilitŕ della radiazione media incidente al top dell’atmosfera, di una
localitŕ posta ad una latitudine media dovuta alle componenti astronomiche di
eccentricitŕ, obliquitŕ e precessione. Essa č stata realizzata
sommando cinque sinusoidi, con periodi ed ampiezze tali da simulare i cicli
astronomici di Milankovitch, le cui periodicitŕ,
ampiezze relative e relazioni di fase attuali, sono descritte nella tabella 1. Il segnale risultante č stato sporcato con rumore
con caratteristiche statistiche diverse e generalmente pessimistiche rispetto
alla possibile variabilitŕ climatica , al fine di valutare meglio le
potenzialitŕ di ogni singolo metodo li analisi. Tabella1: coefficienti delle sinusoidi usate nella simulazione della serie
In pratica, ai segnali di base sono state sommate una
componente di rumore di tipo gaussiano
con standard deviation
=10 e 2, ed una componente di rumore rosso correlato:
, dove
č un rumore bianco con standard deviation
=5;
č un coefficiente di correlazione
uguale a 0.9:
, t=
1…….n Il secondo tipo di test č stato effettuato su una
serie di dati reali di temperatura, messi a disposizione dal Servizio
Meteorologico dell’Aeronautica, relative al periodo 1951-1990, osservate
presso la stazione meteorologica di Catania Fontanarossa. Il periodo di
campionamento dei dati č di 3 ore. Serie temporale
sintetica
La serie sintetica č stata generata utilizzando il
semplice algoritmo: function z=p1(w,n) s1=10; s2=5; z=0; m=size(w,1); u=[1:n]; for k=1:m x=w(k,2)*sin(2*pi*u/w(k,1)+w(k,3)); z=z+x; end q(1)=rand; for l=2:n q(l)=0.9*q(l-1)+randn*s2; end z=z+q+randn(1,n)*s1; if nargout==0 plot(z) clear z end dove w č la matrice contenente i parametri in tabella 1
e n il numero di valori della serie. Nella figura 1 č descritto un andamento della serie per un periodo di 1000 Kyr., ottenuta con l’algoritmo appena descritto. La
successione di analisi eseguite sui dati sintetici, utilizzando come software il
programma “MATLAB”, č stata cosě articolata: ·
Analisi
Fast Fourier sulla serie sintetica utilizzando un campione rispettivamente di
10000e 1000 punti, ed inserendo un rumore crescente con
2 e con
10 + rumore rosso (figg. da 2 a 5); ·
Analisi
Multi-Taper sulla serie sintetica utilizzando un campione rispettivamente di
10000 e 1000 punti, ed inserendo un rumore crescente come sopra, ed utilizzando
un parametro N
= 2 (figg. da 6 a 9); ·
Analisi
della Massima Entropia sulla serie sintetica utilizzando un campione
rispettivamente di 10000 e 1000 punti, inserendo un rumore crescente come sopra,
ed utilizzando una numero di coefficienti di autoregressione = 200 (figg.
da 10 a 13). L’analisi
Fast Fourier eseguita sulla serie sintetica, si č mostrata molto efficace sulla
serie sintetica restituendo sia le frequenze che le ampiezze del segnale in
maniera soddisfacente se si eccettua un sottostima di circa il 30%
dell’ampiezza del picco con periodo piů breve. (Figg.
2, 3 , 4 e 5) Il metodo Multi Taper ,rispetto alla Fast Fourier, non
restituisce una singola frequenza, ma viene individuato un range di frequenze
centrate intorno al valore ricercato; i rapporti di ampiezza sono sempre
corretti, ed anche i valori assoluti non si discostano molto dalle ampiezze
cercate. (Figg. 6, 7, 8 e 9)
Il metodo della Massima Entropia, č in grado di filtrare completamente il rumore evidenziando soltanto il segnale. E’ necessario scegliere bene il numero di coefficienti di autoregressione, tenendo conto soprattutto del segnale analizzato. (Figg. 10, 11, 12 e 13) Nelle figure 14 e 15 seguenti vengono messi a confronto i tre grafici ottenuti dai rispettivi metodi di analisi, sulla serie contenente 10000 campioni e con il massimo rumore, presi in corrispondenza del picco con periodo 41 Kyr e dei picchi precessionali intorna a 20 Kyr.(Figg. 14 e 15). Da notare come il Metodo della Massima Entropia sia in grado di eliminare i picchi spuri dal segnale, lasciando solamente i picchi ricercati. Serie sperimentale
La serie temporale sperimentale scelta per effettuare il confronto sui risultati prodotti dai diversi metodi di analisi, č la serie storica delle temperature dell’aria osservate del periodo 1951 – 1990 presso la stazione meteorologica di Catania Fontanarossa. I dati sono stati estrapolati dai messaggi Synop. Le ore di osservazione sono quelle sinottiche, ovvero le 00, 03, 06, 09, 12, 15, 18, 21 U.T.C. per un totale di 8 osservazioni giornaliere. Il numero totale di osservazioni di cui č composta la serie č 116880 campioni. Sulla serie sono stati eseguiti i tradizionali test statistici i cui risultati sono riassunti nella tabella 2 . Tabella 2
La serie contiene un ciclo diurno legato al moto di rotazione terrestre, ed un ciclo annuale legato al moto di rivoluzione intorno al sole. Entrambi questi cicli dovrebbero essere individuati dalle analisi spettrali, ma la nostra attenzione č stata puntata sui cicli con periodo superiori all’anno, i quali potrebbero dare indicazioni sulle oscillazione legate a fattori interni alla terra. Il primo tipo di analisi eseguito sulla serie completa č stata una Fast Fourier. Mediante questo questo metodo č stato determinato in maniera molto precisa il ciclo annuale con periodo 365.5 ed ampiezza 80 ed il ciclo diurno. (Figg. 16 e 17) In vicinanza del picco annuale č presente un picco
con ampiezza molto minore con periodo 182 giorni (periodo semestrale),
giustificabile come armonica del picco principale. Anche per il picco diurno individuato con frequenza = 0,125 ad ampiezza 42 sono state individuate armoniche con periodo 12 ore e 6 ore. Questo metodo, applicato alla serie completa, non permette di distinguere periodi superiori ad un anno, in quanto non sono distinguibili dal rumore di fondo; tuttavia, analizzando il primo picco stabile con periodo superiore ad un anno, č emerso che questo ha un periodo pari a 420 giorni, ovvero molto prossimo al periodo dell’oscillazione di Chandler, uno dei moti terrestri causato dalla non perfetta coincidenza dell’asse di rotazione con l’asse di massimo momento di inerzia della Terra (Fig. 18) I risultati ottenuti utilizzando il metodo
Multi-Taper e della Massima entropia, sono messi a confronto nelle figure
19 e 20. Il metodo della massima entropia č l’unico non in
grado di rilevare il picco annuale e semestrale, mentre sono ben evidenti i
picchi a periodo diurno e le relative armoniche. Il raffronto grafico tra i
risultati ottenuti applicando i diversi
metodi, evidenziano quanto sopra esposto. Aumentando i coefficienti di autoregressione a 2000, l’analisi della massima entropia č in grado di individuare il picco con periodicitŕ annuale.(Fig. 21) Il passo successivo fatto nell’analizzare la serie e confrontare i vari metodi di analisi, č stato quello di eliminare la periodicitŕ diurna, utilizzando i valori medi giornalieri, ottenuti come media delle otto osservazioni. In questo caso, tutti i metodi riescono ad individuare le periodicitŕ annuale e semestrale, mentre periodi piů lunghi rimangono, se presenti, mascherati dal rumore.(Figg.22 ConclusioniNel presente articolo, sono stati presentati diversi metodi per l’analisi delle serie temporali. Ognuno di questi metodi ha evidenziato particolari caratteristici di tali serie (spettro di potenza, periodicitŕ, stazionarietŕ ecc). Sono state descritte le tecniche per estrarre dal dato grezzo, informazioni importanti quali: -
stima
dello spettro di potenza del segnale; -
calcolo
delle linee di frequenza a delle ampiezze associate; -
separazione
del trend, oscillazione e componenti di rumore. Confrontando i risultati ottenuti utilizzando metodi
diversi, si possono
estrarre informazioni
importanti sul sistema che genera i
segnali fisici oggetto di studio. In particolare l’utilizzo di tecniche
diverse permette di eliminare alcuni picchi spuri causati dal rumore, sempre
presente nei segnali fisici. Un problema molto limitante nello studio delle serie
climatiche, č la loro relativa brevitŕ, e questo rende alcune tecniche di
analisi poco efficienti. Tuttavia si č visto come tecniche particolari, quali
il Multi-taper siano in grado di dare buoni risultati anche in presenza di serie
relativamente brevi. Quando invece la lunghezza della serie non rappresenta un
problema, allora quasi tutte le tecniche hanno dato buoni risultati. In conclusione, l’analisi delle serie temporali č
diventata di grande importanza nello studio dei dati climatici, soprattutto
grazie al notevole aumento delle osservazioni disponibili. Purtroppo, la
complessitŕ dei processi che originano il clima di una localitŕ, non permette
di trarre delle conclusioni certe, avendo a disposizione soltanto i risultati di
queste analisi. Bibliografia Bath
M., 1974, “Spectral analysis in
geophisics”, Elsevier, 563 pp. Berger A.L., Mčlice
J.L. and Hinnov L., 1991 “A strategy for
frequency spectra of quaternary climate records”, Clim. Dyn. 5, pag.
227-240. Benoist J.P.,
1986, “Analyse Spectrale de Signaux
Glaciologique: Etude des Glaces Sčdimentaires Deposčes ŕ Dome C, Morphologie
du Lit d’un Glacier”, Thčse d’Etat, USMT Grenoble, France. Blackman R.B
and Tukey J.W, 1958, “The Measurement of
Power Spectra from the point of View of communication Engineering” ,
Dover, New York. Blackman R.B
and Tukey J.W, 1959, “The Measurement of
Power Spectra”, Dover Publications, 190 pp. Burg J.P.,
1967, “Maximum entropy spectral analysis”,
in 37th Ann.Intern.Meeting. Soc. Explor. Geophis., Oklaoma City, OK. Chatfield C,
1984, “The analysis of time series: An
introduction”, 3rd ed., Chapman and Hall, New York. Childers
D.G.(ed), 1978, “Modern Spectrum
Analysis” IEEE Press, New
York. Ghil M. and
Vautard R., 1991, “Interdecadal
Oscillations and the warming trend in global temperature time series”,
Nature 350 (6316), pag. 324 – 327. Lanzerotti L.J.,
Thomson D.J., Meloni A., Medford L.V. and Maclennan C.G., 1986, “Electromagnetic
Study of the Atlantic continental margin using a section of a transatlantic
cable”, J. Geophys. Res. 91, pag. 7417-7427. Lindberg C.R.,
1986, “Multiple Taper Spectral Analysis
of Terrestrial Free Oscillations”, PhD Thesis, Scripps Institution of
Oceanography, University of California, San Diego. Jenkins G.M.
and Watts D.G., 1968, “Spectral Analysis
and its Applications”, Holden-Day,
San Francisco. Haykin S.(ed),
1983, “Nonlinear Methods of Spectral
Analysis. Topics in Applied Phisics”, 2nd ed.,Springer-Verlag,
Berlin. Martin N.,
1984, “Developpements de Mčthodes d’Analyse
Spectrale Autoregressive: Application ŕ des Signaux Rčels Non Stationnaires a
n Dimension” , Thčse de docteur ingenieur, Institut Polytechnique de
Grenoble, France. Kuo C.,
Lindberg C. and Thomson D.J., 1990 , “Coherence
established beetween atmospheric carbon dioxide and global temperature”,
Nature 343, pag. 709-713. Mann M.E., Park
J. And Bradley R.S., 1995 , “Global
Interdecadal and Century-scale climate oscillations durin the past five
centuries”, Nature 378 , pag. 266-270. Mann M.E., Lees
J.M., 1996, “Robust estimation of
background noise and signal detection in climatic time series”, Clim.
Change 33, pag. 409-445. Park J. and
Maasch K.A., 1993, “Plio-pleistocene
time evolution of the 100-Kyr cycle in Marine paleoclimate records”,
J.Geophys. Res. 98, pag. 447-461. Park J.,
Lindberg C.R. and Vernon F.L.I., 1987, “Multitaper
spectral analysis of high frequency seismograms”, J.Geophys. Res. 92, pag.
12675-12684. Pestiaux P.,
1984, “Approche spectrale en
modellisation paleoclimatique”, PhD Thesis, Universitč Chatolique de
Louvain, Belgium. Press W.H.,
Flannery B.P., Teulosky S.A. and Vettering W.T., 1988, “Numerical recipes: The art of science computing”, Cambridge
University Press, Cambridge. Rögnvaldsson
O.E., 1993, “Spectral estimation using
the multi taper method” Technical Report RH-13-13 Science Institute,
University of Iceland, Reykjavik, Iceland. Slepian S.,
1978, “Prolate spheroidal wave functions,
Fourier analysis and uncertainty – V: the discrete case”, Bell. Sys.
Tech.. J. 57, pag. 1371-1430. Thomson D.J.,
1982, “Spectrum estimate and harmonic
analysis”, IEEE Proc. 70(9) pag. 1055-1096. Thomson D.J.,
1990, “Quadratic-inverse spectrum
estimate :applications to paleoclimatology”, Phil. Trans. R. Soc. London A
332, pag 539-597. Yiou P.,
Genthon C., Jouzel J., Ghil M., Le Treut H, Barnola J.M., Lorius C. and
Korotkevitch Y.N., 1991, “High-frequency
paleovariability in climate and in CO2 levels from Vostok ice-core
records”, J. Geophys. Res. 96(B12), pag. 20365-20378. Yiou P., Ghil
M., Jouzel J., Paillard D. and Vaultard R., 1994, “Nonlinear variability of the climatic system, from singular and power
spectra of late Quaternary records”, Clim. Dun. 9, pag 371-389. Yiou P., Baert
E. and Loutre M.F., 1996, “Spectral
analysis of climate data”,
Surveys in Geophisics 17, pag. 619-663. Fig.
1 Serie sintetica originata mediante un algoritmo di calcolo.
Fig.
2 Analisi FFT su serie sintetica con n=10000 e rumore con
=2 Fig.
3 Analisi FFT su serie sintetica con n=10000 e rumore con
=10 + rumore rosso Fig.
4 Analisi FFT su serie sintetica con n=1000 e rumore con
=2 Fig.
5 Analisi FFT su serie sintetica con n=1000 e rumore con
=10 + rumore rosso Fig.
6 Analisi MTM su serie sintetica con n=10000 e rumore con
=2 Fig.
7 Analisi MTM su serie sintetica con n=10000 e rumore con
=10 + rumore rosso Fig.
8 Analisi MTM su serie sintetica con n=1000 e rumore con
=2 Fig.
9 Analisi MTM su serie sintetica con n=1000 e rumore con
=10 + rumore rosso Fig.
10 Analisi MEM su serie sintetica con n=10000 e rumore con
=2 Fig.
11 Analisi MEM su serie sintetica con n=10000 e rumore con
=10 + rumore rosso Fig. 12 Analisi MEM su serie sintetica con n=1000 e rumore con =2 Fig.
13 Analisi MEM su serie sintetica con n=1000 e rumore con
=10 + rumore rosso Fig.
14 Confronto tra i vari metodi in corrispondenza del picco con periodo 41 Kyr
Fig.
15 Come sopra ma in corrispondenza dei picchi precessionali
Fig. 16 Fast fourier sulla serie sperimentale completa (dettaglio del picco con frequenza 0.0000342) corrispondente al periodo 365.5 giorni Fig. 17 Analisi Fast Fourier sulla serie sperimentale completa (dettaglio intorno al periodo di 1 giorno e alle armoniche a 12 ore e 6 ore) Fig. 18 Analisi Fast Fourier sulla serie sperimentale (dettaglio delle frequenze inferiori alla annuale ) Fig. 19 raffronto tra i risultati ottenuti applicando i metodi Fast Fourier e Massima Entropia Fig 20 raffronto tra i risultati ottenuti applicando i metodi Fast Fourier, massima entropia e Multi-taper Fig. 21 Aumentando i coefficienti di auroregressione a 2000, anche il metodo della massima entropia individua il picco con periodicitŕ annuale Fig. 22 Confronto tra i diversi metodi di analisi eseguito sulla serie delle medie giornaliere in corrispondenza del picco con periodicitŕ annuale. |
Sito Web realizzato da Franco COLOMBO e-mail:meteofranco@tiscalinet.it |