Dispensa n.15
Moto di una particella d'aria secca in una colonna d'aria
secca.
In questa dispensa cercheremo di capire, da un punto di vista fisico, perchè
una particella d'aria anzichè restarsene immobile, tende a muoversi verso
l'alto o verso il basso. In meteorologia questi movimenti verticali
costituiscono la causa principale della formazione delle nubi e del loro
dissolvimento. E' facile ricordare che le nubi si formano soprattutto nelle aree
di bassa pressione poichè in queste l'aria che affluisce orizzontalmente
dall'esterno, acquista nella depressione un movimento verticale verso l'alto,
che porta la massa d'aria a raffreddarsi e a raggiungere la saturazione (100% di
umidità relativa), dando origine ai corpi nuvolosi.
Per contro, nelle aree di alta pressione, spesso il cielo è sereno
poichè il movimento verticale dell'aria verso il basso porta l'aria stessa a
comprimersi e a riscaldarsi, allontanandosi dalla saturazione (umidità
relativa<100%).
Il nostro esperimento consisterà nello scoprire il comportamento di una
particella d'aria immersa in una colonna d'aria. Per incominciare, consideriamo
una particella d'aria secca, ovvero lontano dalla saturazione.
Innanzitutto, ci aiuterà a seguire il discorso, sapere che ciò
che induce la particella d'aria a muoversi è una forza, o, più
descrittivamente, quella di due forze contrapposte che avrà la meglio. A
questo proposito ci servirà ricordare che
Forza = massa per
accelerazione
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ovvero, utilizzando delle singole lettere (utilissime per abbreviare il
discorso!), diremo che
Per sapere tutto di questa particella, sarà sufficiente
conoscere di lei:
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densità rp
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temperatura Tp
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volume Vp
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Abbiamo aggiunto la lettera p
minuscola, per distinguere le proprietà riferite alla particella d'aria da
quelle della colonna d'aria secca in cui immergeremo la particella. Le
proprietà della colonna d'aria le identificheremo aggiungendo una piccola
lettera a alle lettere maiuscole (ad
esempio, per la Temperatura dell'aria scriveremo Ta).
Ed ora procediamo con il nostro esperimento, immergendo la
particella d'aria secca in una colonna d'aria secca ad una quota z, e
scopriamo cosa succede.
Appena immersa, la nostra particella p sarà sottoposta a due
forze contrapposte:
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una che tende a portarla verso il basso, ovvero la forza peso
(Pp)
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l'altra che tende a spingerla verso l'alto, cioè la spinta
di Archimede (S)
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Non lasciamoci ingannare dai nomi o dai simboli differenti,
poichè si tratta sempre di forze in gioco, e quindi, come promesso all'inizio,
conformi alla formulazione F = m * a !
Nella forza peso, l'accelerazione considerata corrisponde a
quella di gravità, per cui useremo g al posto di a.
Pertanto per esprimere la forza peso, rivolta verso il basso,
scriveremo
Se vi domandate che necessità c'è di cambiare i simboli,
sappiate che non si tratta di una crudeltà verso gli studenti, ma una comodità
per riconoscere quali sono le forze in gioco.
La spinta di Archimede, esercitata dalla colonna d'aria e
rivolta verso l'alto, è data da:
Spesso, quando si utilizzano delle formule, può essere utile
evidenziare una grandezza piuttosto che un'altra. Ad esempio, nel nostro caso,
anzichè parlare di masse, potrebbe farci comodo parlare di densità.
Capiremmo, in tal caso, come si comporta una particella d'aria avente una
densità diversa da quella della colonna d'aria.
Tutto ciò che dobbiamo fare, è eliminare la massa e
sostituirla con una espressione equivalente che contenga la densità:
Se ci ricordiamo che la densità (simbolo: r,
ovvero la lettera greca rho) equivale al rapporto che
intercorre tra la massa e il suo volume, r = m / V, con un piccolo gioco
di prestigio otterremo che
Se parliamo della massa della particella, scriveremo mp
= rp* Vp.
Se parliamo della massa della colonna d'aria, scriveremo ma
= ra
* Va.
Pp = mp
* g diventa dunque Pp =
rp* Vp
* g, ovvero abbiamo trovato il modo di esprimere la forza peso in
funzione della densità della particella d'aria.
Operazione che faremo anche per la spinta di Archimede S =
ma
* g, che diventerà S = ra
* Va * g.
Il movimento verticale assunto dalla particella dipenderà da
quale delle due forze suddette avrà la meglio, ovvero dalla forza risultatante
dalla differenza tra spinta archimedea e forza peso.
Forza risultante F = S
- Pp.
Se S prevale su P,
F >0 e p acquisterà un moto ascendente (vince la spinta di
Archimede);
Se P prevale su S,
F < 0 e p acquisterà un moto discendente (vince la forza peso);
Se P ed S
si controbilanciano, F=0 e la particella sarà in equilibrio e non subirà alcun
moto.
Ricordando che
Pp =
rp* Vp
* g
S = ra
* Va * g
F = S - Pp
può diventare
F = ra
* Va * g
- rp* Vp * g
mettendo in evidenza l'accelerazione di gravità:
F = g *(Va * ra
- Vp * rp)
Ricordando che Vp
e
Va equivalgono,
possiamo scrivere:
F = g * Vp
(ra
-
rp).
Questa formula già ci dice qualcosa, e cioè che se la densità
della colonna d'aria (ra
) è maggiore della densità della particella ( rp), quest'ultima
riceverà una spinta verso l'alto. Viceversa, se sarà rpmaggiore di
ra
, allora la particella, essendo più densa dell'aria e quindi più pesante,
riceverà una spinta verso il basso. Se le due densità coincidono, la particella
resterà indifferente.
Riassumendo in una tabella le tre condizioni viste, avremo:
ra
> rp
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F > 0
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Spinta verso l'alto
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ra
< rp
|
F < 0
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Spinta verso il basso
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ra
= rp
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F = 0
|
Nessun movimento della particella
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Quale accelerazione a riceverà la
particella? A questo punto i giochi possono apparirci
un po' più complicati, ma se cerchiamo di ritornare all'equazione fondamentale
F=m*a, forse le cose cambiano.
Se analizziamo l'espressione F
= g * Vp
(ra
- rp), ci rendiamo conto che
F e g già compaiono, per cui dobbiamo far ricomparire la massa della
particella. Se massa = densità * Volume (Vp
), dobbiamo tirar fuori dalle parentesi la densità
rp.
Se moltiplico e divido (ra
- rp)
per rpotterrò
rp(ra
/ rp- 1), raggiungendo l'obiettivo
di tirar fuori dalla parentesi la densità rp.
F
= g * Vp
(ra
- rp)
diventerà
F
= g * Vp
rp(ra
/ rp- 1), e poichè
mp
= Vp
rp,
F
= g * mp
(ra
/ rp- 1),
pertanto l'accelerazione a acquistata dalla particella
sarà:
a = g * (ra
/ rp- 1).
Anche per l'accelerazione valgono le stesse considerazioni fatte
per la forza:
ra
> rp
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a > 0
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accelerazione diretta verso l'alto
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ra
< rp
|
a < 0
|
accelerazione diretta verso il basso
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ra
= rp
|
a = 0
|
Nessuna accelerazione
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