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36° STORMO
UN NUOVO INDICE: IL RISCHIO METEOROLOGICO
VILLASMUNTA Vittorio
CAP. G.A.r.s. "G", Servizio Meteorologico
dell’A.M., 36° STORMO Gioia del Colle.
GRANIERO Luca
TEN. G.A.r.n. "F", Servizio Meteorologico
dell’A.M., 36° STORMO Gioia del Colle.
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Nel presente lavoro viene descritto un indice numerico di
nuova concezione, definito rischio meteo, improntato a fornire con
immediatezza comunicativa e capacità di sintesi una descrizione delle
condizioni meteorologiche attuali e previste sull’aeroporto di Gioia del Colle
e sullo spazio aereo di sua giurisdizione. Il procedimento attuato ha consentito
di includere nel rischio meteo parametri solitamente trascurati nei prodotti di
sintesi preesistenti, e di operare una fusione a livello di meteorologia
aeronautica tra parametri cosiddetti locali, in quanto riferiti
puntualmente all’aeroporto di Gioia del Colle, e parametri definiti d’area,
relativi ad una zona geografica più estesa, d’interesse operativo per le
attività di volo del 36° Stormo. Il risultato finale ottenuto consta
nella valutazione del rischio attuale e nella stima del rischio previsto, che
possono assumere valori interi in scala crescente compresi tra 1 e 4.
Tale risultato viene presentato quotidianamente al Briefing di Stormo.
La possibilità di ottenere una visione d’insieme delle
condizioni meteorologiche su una determinata area operativa ha costituito da
sempre un’esigenza molto sentita presso i reparti di volo della Forza Armata.
Questa necessità ha stimolato, nel corso degli ultimi anni, la realizzazione di
prodotti che, attraverso un’opportuna codificazione, potessero riassumere in
maniera chiara, sintetica ed inequivocabile lo stato del tempo su una
determinata area d’interesse aeronautico.
E’ emerso in maniera evidente che queste semplificazioni,
seppur molto valide, sono sempre affette da limiti strutturali che ne possono
inficiare la validità e contribuire a creare ambiguità d’interpretazione da
parte del personale aeronavigante. Esiste, infatti, un rapporto inversamente
proporzionale tra numero dei parametri rappresentati e visione d’insieme.
Da quanto detto risulta evidente che la scelta dei parametri
da prendere in considerazione, e dell’estensione geografica e temporale in cui
essi possono variare, deve essere fatta tenendo ben presente l’obiettivo che s’intende
raggiungere. Attualmente la visione sintetica delle condimeteo su un determinato
aeroporto viene ottenuta facendo ricorso ad una scala di colori che considera
due parametri fondamentali per il volo: la visibilità e l’altezza della base
delle nubi, quando esse ricoprano almeno i 5/8 del cielo. Il "colore della
base", mentre soddisfa i requisiti della semplicità di rappresentazione e
dell’immediatezza comunicativa, deve giocoforza trascurare altri parametri che
rivestono peraltro una notevole importanza per la sicurezza del volo, quali ad
esempio la nuvolosità medio-alta anche se intensa, la fenomenologia, la
direzione, l’intensità del vento, il rischio di wind shear o di turbolenza
nei bassi strati.
A queste considerazioni, inoltre, bisogna aggiungere un
aspetto di solito poco considerato, che tratta la sfera psicologica: è
esperienza comune constatare, infatti, che negli utenti s’innesca una
"trappola" che li porta ad estendere le valutazioni limitate a due
soli parametri (visibilità e ceiling) a tutti gli altri. A titolo d’ulteriore
esempio, si veda quanto accade per la parola di codice CAVOK, affetta dagli
stessi limiti strutturali cui si è fatto cenno. Si evince facilmente che, in un
aeroporto con più alta altitudine minima di settore inferiore ai 5000 piedi,
non possono essere definite ottimali delle condimeteo che, pur in presenza di
una visibilità superiore ai 10 km, presentino una nuvolosità intensa, a
livello BROKEN od OVERCAST, attestata sopra i 5000 piedi. Un’ulteriore
problematica è costituita dal vento, che, benché possa raggiungere valori d’intensità
o direzione tali da precludere lo svolgimento operativo delle attività di volo,
tuttavia non interviene a modificare il colore meteo dell’aeroporto. Dovendo
inoltre, nel primario compito di assistenza al volo, considerare altri parametri
avversi alla navigazione aerea, quali la turbolenza, la corrente a getto, le
onde orografiche, la formazione di ghiaccio e di cumulonembi, il cui
monitoraggio è oggetto di specifici messaggi di informazione e previsione
relativi ad aree, ma di non immediata fusione e individuazione a livello locale
ed orografici, nasce la necessità di sintetizzare in una sola voce d’immediata
comprensione lo stato delle condimeteo presenti e previste nelle aree di
maggiore interesse operativo per le attività dello Stormo.
Il lavoro qui presentato, lungi dall’essere esaustivo dell’intera
materia, e senza dimenticare i limiti intrinseci propri di un qualsiasi processo
di sintesi, si propone di raggiungere i seguenti obiettivi minimi:
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inclusione di un più ampio numero di parametri,
rispetto a quelli considerati negli indici esistenti, scelti tra quelli
che hanno maggior incidenza sull’attività operativa dello Stormo;
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efficacia ed immediatezza comunicativa;
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sinteticità dell’esposizione e chiara
evidenziazione della fenomenologia avversa alla navigazione aerea.
|
Alla luce degli obiettivi prefissati, si è definito il rischio
meteo come indice numerico riassuntivo delle condizioni meteorologiche
pericolose per la navigazione aerea, sia attuali che previste, nelle aree di
interesse operativo per le attività di volo del 36° Stormo. Come si vedrà, il
risultato di tale processo di sintesi sarà costituito da una coppia di numeri,
che potranno variare in scala crescente da 1 a 4. Per la
definizione di tale indice, sono stati individuati alcuni parametri prettamente
locali ed altri riferiti ad un’area più estesa, comprendente l’aeroporto di
Gioia del Colle e lo spazio aereo di sua giurisdizione e di maggiore interesse
operativo, consentendo di includere nella valutazione del rischio meteo
parametri solitamente trascurati nei prodotti di sintesi preesistenti. I
parametri individuati ritenuti prioritari per l’assistenza al volo sono stati
suddivisi in due gruppi geograficamente omogenei, non ridondanti e mutuamente
confrontabili.
Appartengono al primo gruppo i cosiddetti parametri
locali, in quanto riferiti puntualmente all’aeroporto di Gioia del Colle,
includenti:
|
intensità del vento; |
|
direzione del vento ; |
|
visibilità orizzontale; |
|
fenomeni di tempo significativo; |
|
ceiling del primo strato di nubi. |
Nel secondo gruppo di parametri, definiti d’area,
vengono inclusi:
|
nuvolosità totale;
|
|
turbolenza;
|
|
formazione di ghiaccio.
|
Come già premesso, vengono forniti due distinti indici di
rischio meteo, riferiti rispettivamente l'uno alle condimeteo osservate e
l'altro a quelle previste. Alla fluttuazione di ogni singolo parametro, sia
osservata che prevista, è stato associato un numero da 1 a 4, che
intende descrivere le variazioni crescenti da assenza di rischio fino a rischio
elevato. Ovviamente, le fonti da cui vengono prelevate le informazioni variano a
seconda che si faccia riferimento al rischio attuale o al rischio previsto.
Le fonti sfruttate per la stima del rischio attuale e
previsto sono sinteticamente descritte nella seguente tabella:
PARAMETRI
|
RISCHIO ATTUALE
|
RISCHIO PREVISTO
|
Intensità vento
|
METAR LIBV
|
TAF LIBV
|
Direzione vento
|
METAR LIBV
|
TAF LIBV
|
Visibilità’
|
METAR LIBV
|
TAF LIBV
|
Fenomeni
|
METAR LIBV
|
TAF LIBV
|
Ceiling
|
METAR LIBV
|
TAF LIBV
|
Nuvolosità totale
|
METAR Sud Italia - Nefoanalisi
|
TAF Sud Italia - Nefoanalisi
|
Turbolenza
|
Sondaggio - SIGMET – AIRMET LIBR
|
PREREG - SIGMET - AIRMET LIBR
|
Ghiaccio
|
Sondaggio - SIGMET – AIRMET LIBR
|
PREREG - SIGMET – AIRMET LIBR
|
Tabella 1.
Mentre per il rischio attuale ci si serve di messaggi di
osservazione ben definiti nello spazio e nel tempo, e quindi ne discende una
valutazione oggettiva, per quanto concerne il rischio previsto bisogna definirne
l’estensione temporale frutto di mediazione tra sintesi descrittiva e
necessità operativa. Tale arco temporale è stato fissato in nove ore a partire
dalle 08.00 locali, orario di inizio dell’attività lavorativa e coincidente
con il briefing di Stormo.
Il procedimento di calcolo fa riferimento alla seguente
tabella:
PARAMETRI
|
1
|
2
|
3
|
4
|
ACT
|
FCS
|
INTENSITA’ VENTO
|
0 - 6
|
7 - 13
|
14 - 26
|
>= 27
|
|
|
DIREZIONE DEL VENTO
|
320° - 140°
|
+/- 30°
|
+/- 60°
|
+/- 90°
|
|
|
VISIBILITA’
|
>= 8
|
5 - 8
|
1.6 - 5
|
0 - 1.6
|
|
|
FENOMENI
|
NIL
|
BR, DZ, FEWCB
|
RA, SCTCB
|
TSRA, SN, FG
|
|
|
CEILING (NUBI BASSE)
|
> 2500
|
1500 - 2500
|
500 - 1500
|
0 - 500
|
|
|
NUVOLOSITÀ TOTALE
|
SKC - NSC
|
FEW - SCT
|
SCT - BKN
|
BKN - OVC
|
|
|
TURBOLENZA
|
NIL
|
FBL
|
MOD
|
SEV
|
|
|
GHIACCIO
|
NIL
|
FBL
|
MOD
|
SEV
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
TOTALE
|
|
|
|
|
|
|
Tabella 2
Per facilitare l’individuazione delle direzioni critiche
del vento, è stata elaborato il seguente grafico a torta:
Grafico del vento riferito all’asse pista
Tabella 3
Compito del previsore consiste nell’individuare quali
caselle corrispondono alle condizioni meteo osservate e previste, riportando il
relativo valore numerico (1, 2, 3 o 4) nelle colonne di riferimento alla destra
della tabella, contrassegnate con ACT per il rischio attuale e con FCS
per il rischio previsto.
Una volta sommati i singoli valori, il risultato ottenuto
consentirà di ottenere la valutazione del rischio attuale e la stima del
rischio previsto secondo le soglie riportate nella tabella seguente:
|
8 - 10 |
11 - 17 |
18- 24 |
25 - 32 |
RISCHIO METEO |
1 |
2 |
3 |
4 |
ATTUALE |
|
|
|
|
PREVISTO |
|
|
|
|
Tabella 4
Allo scopo di rendere più significativo l’interpretazione
del risultato finale, si è associato ad ogni cifra una definizione in chiaro:
Rischio 1 |
Rischio nullo |
Rischio 2 |
Rischio debole |
Rischio 3 |
Rischio moderato |
Rischio 4 |
Rischio elevato |
Tabella 5
L’esempio che segue ci aiuterà a chiarire meglio il
concetto.
Supponiamo che sull’aeroporto di Gioia del Colle sia in validità il
seguente METAR:
21018KT 8000 OVC026.
L’analisi di tale METAR porterebbe ad assegnare
correttamente il colore BLU alla base, trascurando giocoforza il valore critico
in intensità e direzione raggiunto dal vento, e la nuvolosità molto intensa.
Immaginiamo inoltre che sia in validità un SIGMET per forte
formazione di ghiaccio osservata e prevista sulla zona d’interesse, e che dal
sondaggio si desume la presenza di una moderata turbolenza a livelli di volo
medi.
Valutiamo il rischio meteo osservato:
PARAMETRI
|
1
|
2
|
3
|
4
|
ACT
|
INTENSITA’ VENTO
|
0 - 6
|
7 - 13
|
14 - 26
|
>= 27
|
3
|
DIREZIONE DEL VENTO
|
320° - 140°
|
+/- 30°
|
+/- 60°
|
+/- 90°
|
3
|
VISIBILITA’
|
>= 8
|
5 - 8
|
1.6 - 5
|
0 - 1.6
|
1
|
FENOMENI
|
NIL
|
BR, DZ, FEWCB
|
RA, SCTCB
|
TSRA, SN, FG
|
1
|
CEILING (NUBI BASSE)
|
> 2500
|
1500 - 2500
|
500 - 1500
|
0 - 500
|
2
|
NUVOLOSITÀ TOTALE
|
SKC - NSC
|
FEW - SCT
|
SCT - BKN
|
BKN - OVC
|
4
|
TURBOLENZA
|
NIL
|
FBL
|
MOD
|
SEV
|
3
|
GHIACCIO
|
NIL
|
FBL
|
MOD
|
SEV
|
4
|
|
|
|
|
|
|
TOTALE
|
|
|
|
|
21
|
Tabella 6
|
8 - 10
|
11 - 17
|
18- 24
|
25 - 32
|
Rischio attuale
|
1
|
2
|
3
|
4
|
Tabella 7
Il risultato finale indica la presenza di un rischio
moderato, informazione non immediatamente desumibile dal colore accluso al METAR.
Pertanto, lo scopo di indirizzare l’attenzione dei Reparti
di Volo verso il potenziale rischio per la navigazione aerea che può scaturire
da alcuni parametri avversi alla navigazione aerea e non immediatamente
individuabili è raggiunto.
Con analogo procedimento, viene calcolato il rischio
previsto.
Il risultato finale di tutto il processo di sintesi
consta nella presentazione del rischio meteo al briefing di Stormo. Per
una rapida valutazione del rischio meteo attuale e previsto, viene
utilizzato un software applicativo appositamente ideato, che consente di
semplificare ed automatizzare tutte le procedure di calcolo. Il programma,
attraverso un’opportuna interfaccia grafica, mostrata nella figura 2
consente di selezionare, tramite check-box, i singoli parametri, e di
ottenere il risultato tramite semplice pressione del mouse sul tasto
"Calcola Rischio".
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Come già detto, tutto il processo di sintesi si conclude
con l’esposizione al briefing di Stormo di una coppia di numeri riferiti
rispettivamente al rischio attuale ed al rischio previsto. La presentazione al
briefing di Stormo avviene in ambiente PowerPoint mediante la proiezione di un’apposita
diapositiva, nella quale vengono mostrati il rischio attuale e previsto ed
evidenziati i parametri ritenuti particolarmente significativi.
Dalla prima fase di sperimentazione, sono emersi, come era logico
aspettarsi vista la novità di tale indice, alcuni limiti. Un primo limite
è intrinseco alle stesse procedure aritmetiche di media che ne
determinano il risultato finale, in quanto il peso specifico di un
determinato parametro rispetto agli otto che costituiscono il rischio
meteo può essere poco efficace. Ad esempio, questo limite emerge
particolarmente nel caso di giornate caratterizzate soltanto da vento
forte, in cui gli altri parametri non intervengono in maniera pesante in
tale computo e quindi il risultato finale fornisce un risultato di rischio
basso, mentre le attività di volo possono essere notevolmente inficiate
dal peso pregnante di questo parametro. Un secondo limite è costituito
dal computo del rischio previsto, che, se vogliamo, rappresenta una media
delle medie, nel senso che è il risultato dell’evoluzione delle
condimeteo in un non limitatissimo spazio temporale che, come è ovvio, in
determinate condizioni di spiccata variabilità, possono mutare
notevolmente e molto rapidamente. Un altro limite costitutivo sta nella
definizione stessa di rischio meteo, che presuppone la fusione reciproca
di micrometeorologia con parametri d’area, non sempre facilmente
confrontabili e localizzabili. Va da sé, ad esempio, che nell’aeroporto
di Gioia del Colle, il parametro visibilità da sempre rappresenta un
fattore prettamente orografico non sposabile con considerazioni di
carattere sinottico e raramente confrontabile con le condimeteo delle aree
limitrofe. D’altra parte, la definizione di un doppio parametro di
rischio meteo, uno locale ed uno d’area, farebbe scemare il primo
significato di immediatezza conoscitiva che esso si propone.
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Il rischio meteo non ha la pretesa di essere un indice
esaustivo delle condimeteo attuali e previste o di sostituire la peculiarità
delle informazioni fornite nel corso del briefing e nelle normali attività di
assistenza al volo. Il rischio meteo, infatti, vuol rappresentare un utile
ausilio per focalizzare l’attenzione dei Reparti di Volo verso quei parametri
meteo potenzialmente avversi alla navigazione aerea, spesso celati sotto l’apparenza
di una "bella giornata", e per questo ancora più pericolosi per la
sicurezza del volo perché inaspettati ed improvvisi.
Gli autori desiderano ringraziare i colleghi previsori della
Sezione Meteo del 36° Stormo per la collaborazione prestata.
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