La Corrente a Getto (Jet Stream) 

 Si definisce corrente a getto una corrente stretta, forte e concentrata lungo un asse quasi orizzontale, situata nella troposfera superiore e nella stratosfera, caratterizzata da un forte gradiente verticale e laterale dell’intensita’ del vento che presenta uno o più massimi di velocità. In genere la lunghezza di una corrente a getto è di diverse migliaia di km, la sua larghezza di qualche centinaia di km e la sua altezza di qualche km. La velocità del vento è normalmente maggiore di 60 kts, lo shear verticale è di 5/10 metri al secondo per chilometro, quello orizzontale di 5 m\sec per 100 km, le nubi caratteristiche sono i cirri e la quota alla quale si trova il suo asse è intorno ai 250 hpa. Le principali correnti a getto sono il getto polare e quello subtropicale.  Di minore importanza sono il getto equatoriale e quello artico.

Nel 1904 uno dei primi studiosi ad individuare la presenza di forti venti in quota fu Show. Utilizzando essenzialmente dati di analisi al suolo ed i rilevamenti dei venti fino alla quota di 4000 metri, scoprì che il vento aumentava di intensita’ passando da 3000 a 4000 metri assumendo una intensita’ di circa 50kts. In seguito nei pressi di Pavia furono scoperti e registrati venti di 95 kts (alla quota di 10 km). A seguito di varie osservazioni nel 1911 Dines avanzo’ l’ipotesi che fra un ciclone e l’anticiclone che lo precede, ad una certa quota, dovevano essere presenti venti di notevole intensità per la baroclinicità che l’atmosfera presenta. Lo stesso Dines, a seguito dei sondaggi atmosferici, dimostro’ che “in media l’intensità della circolazione orizzontale dei cicloni e degli anticicloni mobili cresce verso l’alto fino  a livello della troposfera e decresce al di sopra. In seguito furono istituiti fitte reti di stazioni che effettuavano sondaggi attraverso i quali  si evidenziò la presenza di forti venti in quota. Lo studio delle correnti a getto ebbe un grande impulso dopo la seconda guerra mondiale, quando l’esigenza del volo spinse ad approfondire la conoscenza di venti particolarmente forti in quota.  

 

Caratteristiche di una corrente a getto

 La corrente a getto può essere raffigurata come un fiume d’aria che scorre velocemente (da ovest verso est) nell’alta troposfera. Raggiunge uno sviluppo di 4000-5000 km con una grandezza dell’ordine del centinaio di km.

 

 

Ha carattere circumpolare e nel suo percorso alterna dei massimi di velocità a regioni con velocità inferiori. La larghezza delle zone con velocità superiori a 100 kts è di circa 200 km. I massimi di velocità raggiunti dal getto assumono in estate valori inferiori a quelli assunti durante l’inverno; anche la sua posizione cambia con la stagione: in estate si trova a latitudini più alte che quelle invernali.

La sua presenza è evidenziata da una brusca variazione d’altezza della tropopausa dovuta ad una superficie frontale, detta fronte del getto, che si estende dal suolo sino alla tropopausa. Facendo una sezione verticale del getto si può evidenziare la presenza del fronte del getto e la distribuzione della velocità del vento. In particolare il getto presenta al centro un massimo di velocità, detto “core” del getto, localizzato nell’aria calda e da una quota che mediamente è circa un km al di sotto della tropopausa dell’aria calda stessa.

 

 

Le linee d’uguale velocità evidenziano una diminuzione della velocità attorno all’asse, più elevata dal centro verso sinistra che non verso destra, ed inoltre anche lo shear verticale del vento, sopra e sotto l’asse del getto, è più forte nella parte fredda. Ponendo le spalle al vento, un osservatore, vede il getto posto dalla parte dell’aria calda, al di sopra e lungo la superficie frontale. Il gradiente termico verticale nell’aria calda risulta piccolo poiché le isoterme sono scarsamente inclinate. Esso diventa nullo al livello della tropopausa; Nell’ aria fredda risulta maggiore ed inoltre l’altezza delle isoterme cambia passando dall’ aria fredda all’ aria calda. Se si ipotizza di volare ortogonalmente al fronte ( dall’ aria calda all’ aria fredda ) la temperatura esterna potrà:

1)     aumentare: l’ aereo sta volando al di sotto della tropopausa dell’ aria calda e quindi attraversata la superficie frontale, si troverà nella tropopausa dell’ aria fredda che essendo più bassa, avrà una temperatura maggiore rispetto a quella dell’ aria calda. ( l’ aereo sta volando al disopra dell’ asse del getto).

2)    rimanere costante: l’aereo sta volando allo stesso livello dell’asse del getto.

3)    diminuire: l’aereo passerà dalla zona a temperatura maggiore ad una temperatura minore,          attraverserà cioè il fronte del getto; questo significa che il suo volo si sta svolgendo al di sotto dell’asse  del getto.

 

 

Posizione ed identificazione della corrente a getto           

 

Il “core” del getto si trova generalmente alla quota di 300-250 hPa, nelle zone in cui la tropopausa presenta una brusca variazione di altezza. La posizione del getto viene riportata sulle carte del tempo significativo, oppure è deducibile direttamente dalle topografie 300,250 ecc., inserite nel cartello di rotta sulle quali è riportato il vento. La posizione della corrente a getto può anche essere individuata attraverso altre informazioni come ad esempio la distribuzione della temperatura a 500 hPa, oppure la presenza di una superficie frontale principale che si estende fino alla tropopausa, o anche dalle nubi. Generalmente la presenza di isoipse e isoterme in fase indica l’esistenza di una corrente  a getto. Se  queste non hanno la stessa direzione allora la direzione del vento varierà con la quota.

 

 

 

 

 

 Se il vento ruota in senso orario con la quota vi sarà una avvezione calda variazione di pressione che comporterà una deformazione delle isoipse; se il vento ruota in senso antiorario (fig.162) vi sarà una avvezione calda con la conseguente variazione di pressione che comporterà una deformazione delle isoipse; se il vento ruota in senso antiorario (fig. 163) il risultato finale sarà comunque una deformazione delle isoipse. Quando  isoipse ed isoterme sono in fase, cioè parallele (fig. 164), si ha la presenza di un fronte; il gradiente termico orizzontale indica un elevato aumento della velocità del vento con la quota e, quindi, la formazione di correnti a getto. 

 

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