Il temporale

 

 

 

Il temporale è una perturbazione locale, di breve durata, accompagnata da lampi e tuoni, forti raffiche di vento, rovesci di pioggia o di neve e spesso di grandine.

È uno dei fenomeni più pericolosi per il volo perché ad esso sono associati formazioni di ghiaccio, forte turbolenze, fulmini, variazioni di pressione ecc.

Possono essere divisi in due categorie:

- Temporali frontali;

- Temporali di masse d’aria.

I temporali frontali sono generati dal sollevamento di masse d’aria lungo le superfici frontali.

Questi a loro volta possono essere classificati in:

 - Temporali di fronte freddo: sono i più violenti, generati dall’aria  fredda che incuneandosi sotto l’aria calda la solleva bruscamente innescando il moto convettivo che porterà alla formazione della nube temporalesca.

- Temporali di fronte caldo :si sviluppano all’interno del sistema nuvoloso stratiforme caratteristico del fronte caldo quando vi è instabilità. Generalmente si sviluppano a quote superiori ai precedenti.                                                                           

- Temporali prefrontali: sono estremamente violenti e generalmente sono presenti nel settore caldo di cicloni attivi, precedendo di circa 100 km i fronti freddi particolarmente vigorosi. Formano la così detta linea di groppi.

 I temporali  di massa d’aria si originano all’interno di masse d’aria omogenee in presenza di condizioni di instabilità atmosferica sono generalmente associati a singoli cumulonembi ben visibili anche da lontano.

Possono essere suddivisi in :

Temporali termoconvettivi: sono i più comuni e trovano la loro origine nei moti termoconvettivi che, in presenza di un adeguato contenuto di vapore, danno luogo allo sviluppo della nube temporalesca. Questi temporali hanno carattere prettamente locale.

Temporali orografici: sono generati da un iniziale sollevamento forzato della massa d’aria costretta a scorrere lungo il pendio del rilievo. La loro loca localizzazione è lungo le catene montuose dove danno luogo a forti precipitazioni e severa turbolenza.

Temporali di avvezione convergenti: generati dalla convergenza di masse d’aria, sono generalmente localizzati nel settore caldo di un ciclone.

Un temporale si sviluppa solo se si ha la concomitanza delle seguenti condizioni:

-        l’aria risulta instabile;

-        presenza di una azione di sollevamento;

-        l’aria ha un adeguato contenuto di vapore al suo interno.

Il temporale è costituito da un’insieme di cellule temporalesche il cui diametro non supera i 10 km ciascuna delle quali ha un proprio ciclo di vita le cui fasi possono essere così riassunte:

-        Fase di cumulo (o di formazione):per la presenza di forti correnti ascensionali (10-15m/sec) un cumulo si trasforma in cumulonembo che assume la caratteristica forma “a cavolfiore”.

Le intense correnti ascensionali mantengono in sospensione, all’interno della nube, le gocce di acqua ed i cristalli di ghiaccio che si sono formati. In questa fase sono presenti solo moti ascensionali che in circa 10-15 minuti fanno raggiungere alla sommità della nube la quota di 7-9km. Le goccioline di acqua in sospensione aumentano sempre di più le loro dimensioni fino a quando il loro peso supera la spinta verso l’alto della corrente ascendente e cominciano a precipitare dando luogo alla seconda fase.

-        Fase di pioggia(o di massimo sviluppo): le goccioline di acqua cadendo danno luogo a correnti discensionali fredde che colpiscono il suolo e divergono. Le precipitazioni relative sono a carattere di rovescio accompagnate da lampi, tuoni e a volte grandine se il temporale è particolarmente intenso.

Nella parte iniziale di questa fase sia le precipitazioni che le correnti discensionali interessano la parte bassa e centrale della nube e gradualmente si estendono a tutta la nube eliminando i moti ascensionali. Le correnti ascendenti raggiungono valori dell’ordine di 30m/sec. La durata di questa fase è mediamente di 30minuti e la nube raggiunge fino a 12km di altezze.

-        Fase di dissolvimento: in questa fase sono presenti solo moti ascendenti che trasportavano aria calda e umida verso la nube stessa, si dissolve a cominciare dalla parte superiore che tende a mescolarsi con l’aria circostante facendole assumere la classica forma ad “incudine” dai contorni sfilacciati. Le precipitazioni perdono il carattere di rovescio e la temperatura della nube tende ad assumere lo stesso valore dell’aria circostante.

 

 

Le cellule temporalesche si presentano in successione; se c’è aria calda e umida nei bassi strati ogni nuova cellula si presenta davanti alla prima e si sviluppa quando quest’ultima è nella fase di pioggia. Lo sviluppo della nuova cellula temporalesca è innescato dall’aria fredda discendente della cellula già attiva. Questa corrente d’aria fredda si incunea sotto l’aria calda sollevandola e innescando il processo temporalesco. Le cellule temporalesche sono localizzate lungo la direzione del vento e la linea ideale lungo la quale si sviluppano è detta linea temporalesca.

Tra i pericoli per il volo legati al temporale non bisogna sottovalutare quello legato alla variazione di pressione. L’arrivo del temporale è preannunciato da una rapida diminuzione di pressione, seguita da un aumento in corrispondenza della prima raffica e quindi all’inizio dei rovesci, a cui fa seguito un graduale ritorno alla normalità quando il temporale si sposta e le piogge cessano. Queste variazioni di pressioni avvengono molto rapidamente (anche in soli 15 minuti) e possono causare un errore rilevante nell’indicazione dell’altitudine fornita dall’altimetro.

La Turbolenza

Le correnti ascendenti nelle nubi temporalesche, e soprattutto nei temporali di fronte freddo, possono raggiungere una velocità molto alta, superiore a 30m/s (6000ft/min).

Naturalmente queste ascendenze sono accompagnate da vortici e sono compensate da correnti discendenti altrettanto intense. Un aereo che vola in una nube temporalesca è quindi assoggettato ad accelerazioni verticali estremamente forti, che lo possono sottoporre a sollecitazioni molto pericolose. L’entrata di un aereo in una forte ascendenza produce il medesimo effetto di una brusca “richiamata”. Un aereo che vola orizzontalmente ad una velocità V, in una zona non perturbata da movimenti ascendenti o discendenti, e che in seguito entra in una forte ascendenza, in effetti non è accelerato istantaneamente verso l’alto. Ciò che ne risulta è un improvviso aumento dell’angolo di attacco delle ali, che passa da un valore minore ad uno maggiore aumentandone bruscamente il coefficiente di portanza Cp. Ne può anche derivare un distacco dei filetti dell’aria sull’ala.

Questo effetto è ancora peggiore quando l’aereo passa da una discendenza ad un’ascendenza o viceversa. In realtà tra le zone di discendenza e di ascendenza esistono sempre delle zone di transizione. Per esempio, una zona di ascendenza ha sul suo contorno una velocità ascensionale molto inferiore a quella che esiste nel centro. Ne risulta che un aereo lento sarà accelerato verso l’alto abbastanza gradualmente, mentre un aereo veloce ne riceverà un autentico urto, dato che attraversa la zona di transizione in un tempo molto più breve. Gli aerei veloci, per motivi di sicurezza, devono quindi ridurre la velocità di crociera nelle zone molto turbolente.

La turbolenza rende estremamente difficile, se non impossibile, il pilotaggio strumentale nei temporali.

Dopo le recenti ricerche su questo argomento, è risultato errato considerare l’ascendenza nei cumulonembi come una colonna d’aria del tutto regolare. Si tratta piuttosto di una serie di grosse bolle d’aria calda ascendenti, tra le quali l’atmosfera è perturbata da moti vorticosi e da zone di discendenza. Questi movimenti si manifestano visivamente con una specie di “ribollimento” caratteristico dei contorni della nube. Alle medie altitudini il pericolo della turbolenza è più alto tra i 4000 e i 6000 mt. Al di sotto dei 2000 mt e al di sopra degli 8000 mt l’intensità della turbolenza è ridotta a circa la metà.

La turbolenza può essere forte anche all’esterno delle nubi temporalesche. È quindi raccomandabile di non avvicinarsi troppo.

La turbolenza è altresì molto forte sotto la nube a causa dell’alternarsi delle correnti ascendenti e discendenti.                       

  

Precipitazioni

I cumulonembi oltrepassano la superficie dell’isoterma di zero gradi, e quindi contengono delle gocce d’acqua in sopraffusione. Come abbiamo già visto, l’acqua si è cristallizzata nella parte superiore della nube(incudine).I piccoli cristalli di ghiaccio che si trovano ancora in presenza di goccioline d’acqua non tardano a crescere rapidamente a spese di queste goccioline(perché la tensione di vapore dell’acqua è superiore a quella del ghiaccio).Diventando più pesanti tendono a scendere a un livello più basso, ma vengono a trovarsi in una corrente ascendente molto forte, restano per molto tempo sospesi all’interno della nube e possono diventare abbastanza grandi, formando dei chicchi di grandine .Quelli che cadono prima di aver raggiunto grandi dimensioni possono benissimo fondere dopo aver attraversato l’isoterma zero ed arrivare al suolo sotto forma di pioggia. Invece quelli che hanno potuto rimanere molto tempo in sospensione nella nube, possono cadere sotto forma di grandine. La probabilità di formazione della grandine sono tanto più alte quanto più è  forte l’instabilità termica dell’atmosfera e quindi le correnti ascendenti.

Le dimensione dei chicchi di grandine possono essere notevoli, sino alla grossezza di un pugno. Quando un aereo vola velocemente attraverso una zona di grandine, può subire danni molto rilevanti. Alcuni grossi aeromobili hanno avuto spezzati i vetri della cabina di pilotaggio, il muso della fusoliera  e le carenature dei motori “martellate” in modo tale che è stato necessario sostituirli.

Tra 272 casi di danni provocati dalla grandine sugli aerei, rilevati dalla USA-Air Force tra il 1951 e il 1959, il 46% si è verificato a quote superiori ai 6000 mt, tra le quali la più alta era di 13.500mt.Tuttavia furono notate due zone ove i danni si manifestarono con particolare frequenza, ma tra 1200 e 3600 mt, l’altra tra 5.800 e 9.500 mt. Sono stati talvolta osservati dei grossi chicchi di grandine persino al di sopra dei 6.000 mt, per esempio del diametro di 12 cm a 9.000 mt, di 10 cm  a 9.500 e 7,5 a 11.300. negli USA la grandine è più frequente in maggio (in Europa, arco alpino, giugno e luglio), con una probabilità dell’ 8 % in rapporto al numero dei temporali osservati in un dato periodo. 

Le precipitazioni si riscontrano soprattutto nelle zone di correnti discendenti.  Proprio per questo motivo, quando si vola al di sotto delle nubi bisogna evitare di attraversare le zone di precipitazione. Inoltre, quando si tratta di rovesci forti, la visibilità è molto ridotta.

 

 

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